San Mango e Salerno legate da un antica amicizia in onore di San Matteo apostolo.

Un antica devozione lega il territorio dei sanmanghesi al Santo Patrono della limitrofa città di Salerno. Il culto per San Matteo sorge qualche anno dopo la traslazione delle sacre reliquie dell’apostolo da Capaccio a Salerno, avvenuto probabilmente il 6 maggio 954 per volere dell’allora vescov Bernardo. Testimonianza ne può essere la chiesa di San Matteo ad Offiano, la più antica di San Mango Piemonte, risalente al X secolo. Altro attestato di venerazione per l’evangelista è dato dalla cessione gratuita da parte della famiglia dei Santomango, o Santomagno, di terreni per l’edificazione del duomo di Salerno costruito tra il 1080 ed il 1085 da Roberto il Guiscardo, e consacrata nel 1084 da papa Gregorio VII, ospite in esilio della città. Il clero salernitano, a gratitudine della grande espressione di culto verso San Matteo mostrata da villani e patrizi della baronia dei Santomango, concesse ai signori del feudo il privilegio di poter esibire nelle manifestazioni in onore del Santo il simbolo della nobile famiglia dei Santomagno. E così il 6 maggio, anniversario della trasporto delle sacre reliquie dell’apostolo a Salerno, ed il 21 settembre, festa patronale, in processione col santo patrono della città normanna veniva esposto e portato in processione il “columbro” dei Santomango, un globo di fiori con l’effigie di San Matteo su un lato e lo stemma dei Santomango sul lato opposto. Indizi sui tali benevoli rapporti sono testimoniati anche dal sarcofago presente nell’atrio del duomo sul cui coperchio è scolpita la statua marmorea di Tommaso Santomango, Vescovo di Capaccio morto nel 1382, e da due mezze lastre tombali appartenenti una, come risulta dall’epigrafe, a Marinello Santomango, morto il 13 gennaio 1372, e l’altra, probabilmente, a Tommaso Santomango morto l’8 settembre 1323. Un tempo in processione con San Matteo veniva portato anche un busto argenteo di San Pietro da Salerno, monaco benedettino e vescovo di Anagni. Nato a Salerno e morto nel 1105, è noto ai sanmanghesi per aver favorito il culto di San Magno ed aver loro donato una particola del santo ancora oggi conservata in una teca d’argento. Non si hanno più tracce del busto del santo salernitano, in quanto sicuramente esso fu depredato dai francesi dominanti agli inizi del 1800 per essere fuso.

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