Il
macabro ritrovamento di un gattino di appena 50 giorni di vita tagliato in due è
stato denunciato ieri su facebook con parole forti: ”…se c'è qualcuno che ha problemi
con gli animali, in particolar modo con la colonia di gatti in zona via Relli, rispondesse
direttamente qui per mostrare la sua faccia e, magari, mostrare anche il
coltello con cui ha seviziato l’indifeso micio...”
Questo
atroce quanto vergognoso fatto è stato condannato con diversi commenti di
incredulità per il vile atto portato a
compimento. Ma ha anche generato una gara di solidarietà per tentare di salvare
il gattino portato nel locale studio veterinario dove è stato
operato e lotta per sopravvivere alla disumana crudeltà.
Alcuni sono propensi a pensare non ad una crudeltà occasionale, bensì a qualcuno
che detesta fortemente la colonia di felini domestici che staziona tra via
Relli e la villa comunale. Un trentina
di gatti che vivono tra le macchine e le aiuole della villa
sonnecchiando e rincorrendosi tutto il giorno in cerca di cibo e qualche
carezza. A sera, puntualmente verso le 19, si riuniscono nei pressi del
cancello d’ingresso dei giardini pubblici in attesa della cena a base di carne
in scatola che una benefattrice porta loro da anni.
Chi
può arrivare a tanto? Ci si chiede in coro! Ipotesi sono tante. E’ una bravata
di un bullo o il gesto di uno
squilibrato? Comunque sia, è di sicuro indice di degrado morale e ambientale,
oltre che civile. Degrado che viene sottolineato dai vari post sui social in
cui si chiede controllo, rispetto della legge ed azioni concrete per arginare
episodi di inciviltà.
L’Enpa
invita i cittadini a denunziare le persone che si accaniscono contro gli
animali, perché sono sono socialmente molto pericolose. Ci sono studi che
dimostrano come il maltrattamento sugli animali si trasformi in maltrattamento
sugli esseri umani.
Il
maltrattamento di animali è previsto dall’art. 544-ter del codice penale:
«Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale
ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o fatiche o a lavori
insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione
da 3 mesi a 18 mesi o con la multa da cinquemila a 30 mila euro». La pena
aumenta della metà se l'animale muore. «La stessa pena - recita il codice - si
applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate o
li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute».
Nicola Vitolo
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