Il 4 novembre del 1918 terminava vittoriosamente per
l’Italia la Grande Guerra. Grande per il coinvolgimento delle Nazioni, grande
il dispiego di forze ed armamenti, grande per i milioni di morti, grande per
distruzioni, grande per le immani tragedie, grande per gli sconvolgimenti
apportati. Molti i morti italiani, molti i feriti ed i mutilati ritornati dal
fronte, molte le famiglie distrutte. L’Italia intera aveva dato il suo
contributo. Ragazzi del sud, del centro e del nord combattevano fianco a fianco
nelle trincee per fermare il più forte esercito dell’epoca, quello austro
ungarico. Tutti uniti per affermare l’indipendenza e l’unità della Nazione,
dalla Sicilia alle Alpi. E per un’ Italia unita padri e madri, spose e figli,
da nord a sud, versarono amare lacrime
di dolore per il tributo di sangue offerto alla Patria.
La festività del 4 novembre è stata istituita nel 1919
per commemorare il tributo di sangue e le gesta eroiche che gli italiani
seppero mostrare sul Carso e sul Piave. Nella stessa data si festeggia anche il Giorno dell’Unità d’Italia.
E’ durata fino al 1976 quest’unica unica festa nazionale che sia stata celebrata
dall’Italia prima, durante e dopo il fascismo. Dal 1977, dopo una riforma del
calendario volta ad aumentare i giorni lavorativi, la giornata dell’unità
nazionale e delle forze armate si stabili di festeggiarla nella prima domenica
di novembre, la qual cosa ne fece diminuire progressivamente l’importanza negli anni successivi.
A cento anni di distanza il ricordo della Grande Guerra
diventa ancor più fumoso perché rimangono ormai solo i testi a raccontarne gli
eventi, i racconti dei nipoti dei cavalieri di Vittorio Veneto ed i cimeli di
guerra custoditi dalle famiglie di quei valorosi fanti guerrieri che
sopravvissero alle gelide trincee alpine ed alle luttuose acque del Piave.
Oggi si spera che ogni iniziativa, ricordo o commemorazione posta
in essere riconosca ai nostri nonni il sacrificio fatto nella costruzione e
ricostruzione dell’Italia, affermi il nostro orgoglio italiano in una libera e
democratica comunità europea, e lo esporti a tutta la comunità mondiale in modo tale da dare, ai
tanti connazionali emigrati, la fierezza di essere ancora e sempre italiani
discendenti di quei fanti-guerrieri che si sacrificarono per la edificazione di
una Italia Libera e Unita.
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