A 100 anni dalla morte, commemorazione dell'illustre sanmanghese Francesco Spirito: deputato al Parlamento per nove legislature e giurista di rilevanza nazionale.



Nel 2014 ricorre il centenario della morte di un illustre figlio di San Mango Piemonte, l'on. Francesco Spirito, in onore del quale il Comune ha costituito un Centro Studi allo scopo di divulgarne pensiero ed opere. A celebrazione della  grande figura di giurista e politico sono in programma iniziative di studio e conoscenza di un  sanmanghese affermatosi per la vastità dell'ingegno e la fierezza del carattere quale uomo uomo politico tra i più importanti del mezzogiorno d'Italia.   
Una delle iniziative è la pubblicazione e presentazione della ricerca "Conoscere Francesco Spirito: la figura e l'opera di un grande attraverso i suoi scritti ed i giudizi dei contemporanei" di Antonio Roma, storico locale e profondo conoscitore di Francesco Spirito, nato a San Mango Piemonte il 10 Giugno del 1842, da Mariantonia Sica e da Michele Spirito, morto a Napoli il 14 gennaio del 1914, fu patriota partecipando  all'impresa garibaldina nel 1860, combattendo in Sicilia, e per la presa di Capua, che gli valse la conquista sul campo dei galloni di caporale, fu consigliere a San Mango Piemonte, assessore e vicesindaco a Napoli dal 1883, e per trentuno anni, dal 1882 al 1913, rappresentò, personalmente e con l'aiuto e la collaborazione del fratello Beniamino, i Collegi di Campagna e di Montecorvino Rovella, di cui erano parte tutti i Paesi della Valle del Picentino ed oltre, fino a racchiudere oltre 30 Comuni. 
A questo glorioso patriota, a questo eccelso giurista, a questo coriaceo avvocato, a questo strenuo difensore dei bisogni del Meridione, a questo grande fustigatore del malcostume politico ed amministrativo, che nella piazza, alla sbarra, nell'aula, come detterà il Limoncelli, offrendosi spesso un po' di lato, come ricorderà il Ferri, questo carattere, come ben lo definirà il De Ciccio, a quest'uomo di grandissima statura morale, come scriverà Amedeo Moscati, perché quella fìsica non era molta, a quest'uomo che sembrava altezzoso e che fu altero, che parve autoritario e fu autorevole come  testimonierà Giovanni Cuomo, a questo insigne concittadino San Mango ha dedicato piazza e monumento con epigrafe; l’amministrazione provinciale gli intitolò la strada che va da Fratte di Salerno a Montecorvino Rovella,  il Comune di Napoli, di cui fu valente vicesindaco, scoprì lapide commemorativa sulla sua dimora napoletana; la sede del Tribunale e della Corte di Appello di Napoli,  presso il palazzo di Castelcapuano,  ha riservato al suo busto un posto d'onore nel Salone dei Busti; le Amministrazioni Comunale e Provinciale di Salerno nei giardini pubblici del capoluogo, a fronte del monumento a Pisacane ed a quello di Giovanni Nicotera, elevarono nel 1932 monumento a Francesco Spirito, opera realizzata nel 1915 dal Pellegrino, e rimosso pochi anni dopo per dare spazio alla costruzione dell'attuale Palazzo della Prefettura, perché, come ricordava il Limoncelli, oratore ufficiale di quella particolare occasione:”Salerno  può aver levato un monumento a Giovanni Nicotera e consacrarne oggi uno  al suo formidabile avversario Francesco Spirito, perché, sedate le passioni dell'ora, quando alla lotta sopravvivono la lealtà e la fierezza, si può, in nome di una giustizia superiore, collocare sullo stesso altare entrambi i contendenti e render loro onore.”
Allievo prima di Don Clemente Clarizia della vicina Sordina, dei Fratelli Liunguiti poi, e del professore De Filippis, studiò all'Università di Napoli ove conseguì la laurea in giurisprudenza, non prima di aver partecipato alla spedizione dei Mille al seguito di Garibaldi.
Affacciatosi presto alla vita politica, restò sulla breccia per oltre cinquant'anni, sempre fermo nelle sue convinzioni, tanto da poter affermare a settantanni: “sono oggi quale fui a diciotto.”
Legatissimo alla famiglia, ebbe per il fratello Beniamino un amore particolare, che più che fraterno, parve a tutti, e forse a Lui stesso, paterno.
Questa predilezione ed una particolare rivalità tra gli amici collaboratori, gli faranno commettere quell'errore che portò, è vero il fratello Beniamino alla Camera ma gli fece perdere quei consensi che più tardi avrebbero causato la sua caduta parlamentare. E' giusto però qui, sia solo per un attimo, ricordare che Beniamino Spirito, che fu Deputato per sette legislature e senatore del Regno dal 1915 in poi, fu ottimo civilista e certamente al pari, se non superiore, di quanti, appartenenti alla cerchia del fratello, anelassero a quel posto.
Altro grande amore ebbe per il suo Collegio, ove fu sempre presente nelle occasioni non solo propagandistiche, ma nelle belle come nelle tristi occasioni, così come ebbero a sperimentare le popolazioni della Valle in occasione dell'alluvione del 1899 ed in altre calamità che colpirono, in quegli anni, i Comuni del Collegio.
Una particolare predilezione ebbe per la città di Eboli, quasi sua seconda patria, come la ebbe per Napoli, in cui visse ed esercitò la professione, e di cui va ricordata la grande opera riformatrice ed urbanistica svolta insieme al grande NICOLA AMORE, come ricorda la stessa lapide, a firma del Botta, affissa sulla casa di abitazione nel 1926.
Amò con pari affetto tutti i Comuni che lo avevano scelto a loro deputato e che gli tributavano infinita riconoscenza, se ci soffermiamo a leggere le pagine dell'Irno e della Frusta, ove i Viaggi trionfali dei Fratelli Spirito riempivano le testate di questi periodici provinciali. Partecipò, col fedele Budetti, alla nascita del Comune di Pontecagnano Faiano e fu tra i promotori e sostenitori del miglioramento della viabilità dell’intera provincia. Fu relatore di vari provvedimenti a favore del Mezzogiorno, per cui, l'accostamento che spesso si fa del suo nome a fianco di quello dei Fratelli Spaventa, di Giustino Fortunato e di Francesco Saverio Nitti non meraviglia. Anzi, secondo il Labriola, questi ultimi due, il Fortunato ed il Nitti (che fu anche suo allievo come lo sarà il De Nicola ed il Moscati), che vanno grandemente ricordati ed apprezzati per il loro contributo soprattutto teorico a favore delle Provincie Napoletane, non ebbero la stessa forza combattiva che non mancò a Francesco Spirito, spesso troppo preso dalla sua eterna lotta col Nicotera, i nicoterini ed il nicoterismo, come ebbe a scrivere il redattore del Corriere di Napoli nel Luglio del 1893, in occasione della Legge Bancaria : Abituato da vent'anni a lottare nel Salernitano con Nicotera, coi nicoterini e col Nicoterismo, l'egregio e valente uomo ha finito col giudicare  tutta la politica del Mezzogiorno e tutta la politica italiana dal punto di vista di quegli attriti locali. Egli è come ipnotizzato. Se l’On. Nicotera fosse nato nella settimana in cui Domeneddio creò il mondo, l'On. Spirito giudicherebbe certamente la creazione come giudica il suo avversario, sarebbe, non vogliamo dubitarne, peccato per la creazione, non per l'On. Spirito.
A difesa del Nostro dovremmo però ricordare la mancata elezione nel Collegio li Avellino del 1876, quando il Nicotera si soffermò in quella città appunto per ostacolarne prima la candidatura e poi l’elezione, non sappiamo se da solo oppure con la madre, considerato che in altre occasioni la determinata signora aveva cercato di aiutare l'elezione degli amici del figlio Giovanni elemosinando voti fin davanti alle chiese; potremo rievocare il celeberrimo processo di Firenze; le particolari azioni punitive del Nicotera Ministro degli Interni che colpirono tutti gli amici del Nostro, uno tra tutti il ricordato ing. Budetti, che da Capo del Genio Civile di Salerno, per non essere spedito a Potenza, volle riprendere l'attività privata pur di essere fedele ad un ideale e ad un uomo; e la stessa nostra comunità che si vide privata, da un giorno all'altro, della Caserma dei carabinieri voluta dallo Spirito. Ma forse faremmo prima ad evidenziare quel particolare momento politico che prese il nome di Trasformismo e che vide in Nicotera uno dei massimi esponenti se non il facitore principe.
Ma Francesco Spirito fu anche figlio amorevolissimo di questa sua terra natale, né la dimenticò giammai. Spesso vi fece ritorno, o come acclamato Consigliere Comunale o come trionfatore di una grande battaglia forense, o come sostenitore, alla Camera, delle richieste e dei bisogni del Collegio che rappresentava e che aveva l'onore di essere da Lui rappresentato.
Amava questa sua Terra tanto da volerci edificare una casetta di campagna ove distaccarsi da tutte le quotidiane fatiche che la sua grande laboriosità gli portava a compiere, amava questo suo natio paesello e fu per esso l'ultimo affettuoso saluto, le ultime dolci parole, in quel lontano settembre del 1913, così prossimo alla fine. Trovandosi, infatti, all'estrema punta di Agerola che si sporge sul Golfo di Salerno, guardando i paesi sottostanti, li collegava ad episodi della sua vita professionale, rivelava la sua tenerezza filiale per la Provincia natia e mirato lo sguardo ad oriente, ammutolì, divenne pensoso. "Quelle sono le montagne del mio  paese" disse dopo qualche istante, quasi fra sé.



Ad elogiare questo gran figlio di San  Mango Piemonte, l’illustre concittadino Ortensio Cavallo, avvocato e poeta, scrisse questa ode:  
  


Perché il tuo corso, o Picentino, è lento
e sembra l'onda tua rappresa in gelo;
e soffocato il murmure in lamento?
Perché di sopra fosco il più bel cielo?
Perché cotanti segni di mestizia
intorno, e ovunque il più funereo velo?
La bella valle, ch'alla puerizia
sorrise del più dolce tra' i poeti
sembra una landa della nivea Scizia?
Non son tre anni e funestata Sieti
fu da quell'altro annunzio a noi ferale:
L'ultimo è spento dei civili atleti!
Ed or è questa terra mia natale,
che ha perso l’invincibile oratore,
gigante dell'aringo criminale:
quei, che dal guscio avea S. Mango fuore
tratto, rendendol  col suo nome noto
al mondo, oh primo ed ultimo splendore!
Ed ora al velo oscuro dell'ignoto
ritorna, orbata terra sua natia;
che più non hai chi riempa tanto vuoto.
Oh! un'eco almen di quella poesia,
che risuonò da la Sincera avena,
vibrasse in questa geremiade mia,
che dalle mura tue levarsi appena
non sol dovria; ma effondersi lontano
quant'essa è d'Appenino la catena;
e non per sfogo di sventura vano,
ma celebrata almen perché nel duolo
restassi nel ricordo italiano.
Ah! quei, che ti fe’ nota, il suo gran volo,
ha sciolto al Cielo; e derelitti e oscuri
lascionne qui col suo gran nome solo.
Or questo aita prestimi, i tuoi muri
e le tue fosse a valicar coi vanni,
ond'il tuo nome passi ai dì venturi.
Qui nacque e scorse i suoi più teneri anni;
qui schiuse ai primi raggi l'intelletto;
e qui provò del core i primi affanni.
Qui vive certo ancor chi giovanotto
lo vide accorrer de la Patria al grido,
a sporre in campo eroicamente il petto.
Qui tutti di Partenope dal lido
ogni anno, come il migrator uccello,
miraronlo tornar al patrio nido.
Infine ognun qui, ricco o poverello,
quella sua porta mai trovò rinchiusa;
ma v'ebbe l'accoglienza di un fratello.
E (aggiungerlo oserò) qui pur la Musa
spirommi il canto. Oh nobile palestra
agli esercizi più gentili schiusa.
Oh! Stato adatto al volo fossi; o destra
ella a raccormi sotto l'ombra dei
vanni de la grand'aquila maestra.
Or io gli strali al cor non sentirei
di quell'inesauribile rimorso,
che la radice sa dei mali miei:
l'aver si presto abbandonato il corso,
cui era un tanto buon maestro guida,
per correr solo e senza sella e morso,
in quell'età pei giovani mal fida,
in cui si spesso può cadersi involto
entro i laccioli della maga Annida.
Oh! Non l'avessi mai lasciato, stolto;
oh! combattuto avessi a lui vicino,
fin a cader nella sua toga avvolto.
Ma che miserie rievoco, meschino;
mentre sol debbo in doloroso metro
compiangere il tuo lutto, o Picentino?
Quel dì  tu fossi risalito indietro;
e quindi straripato dalle sponde
su quel paese più di luce tetro!
Che non avresti maculato l'onde
di tanto fango, quanto in quel nefasto
giorno esse accolser (eh! so ben io d'onde....)
Se i Manfredi di più levaron l'ali;
se più copiosi furon i Rosani;
se i Ruffa più disseminaron sali;
Se i Gerardi. tra' morti, edj Marciani,
tra' viventi (usque ad seculum!) nodriti
più fur di studi e più di battimani
coverti; non furo altri più muniti
di Logica, onde i Giudici convinti
restaron quasi sempre e ognor stupiti.
O mia Picenza un dei vetusti plinti,
che male altrove collocati mostri,
un dì quei bronzi che togliesti ai vinti,
innalza e cingi di romani rostri;
e su v'incidi il nome glorioso
dell'ultimo campion dei grandi nostri.
che nel sepolcro sol trovò riposo!
 



NICOLA VITOLO

Decreto Valore Cultura: bando di concorso per 500 giovani

Il Ministero dei Beni Culturali ricerca giovani per digitalizzare il patrimonio e lancia il programma “500 giovani per la cultura”. Le candidature saranno accettate fino al 14 febbraio 2014.

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Il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo ha pubblicato il bando di concorso per la selezione di 500 giovani laureati da formare nelle attività di catalogazione e digitalizzazione del patrimonio culturale italiano, come previsto dal c.d. decreto "Valore Cultura" (D.L. 91/2013, convertito dalla Legge 112/2013), recante disposizioni urgenti per la tutela, la valorizzazione e il rilancio dei beni e delle attività culturali e del turismo.
Al concorso potranno partecipare giovani che non abbiano compiuto 35 anni al 9 agosto 2013, data di entrata in vigore del decreto "Valore Cultura" e che si siano laureati, con una votazione minima indicata nel bando. I soggetti reclutati seguiranno un percorso di formazione della durata di un anno presso musei e istituzioni culturali varie, ricevendo in cambio una indennità annua di 5.000 euro lordi, per essere poi successivamente impiegati nelle attività di digitalizzazione dei beni e delle opere culturali .
La domanda di partecipazione deve essere compilata ed inviata in via telematica, a pena di esclusione, entro il 14 febbraio 2014 alle ore 14, utilizzando la specifica applicazione informatica disponibile sul sito internet del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, seguendo le relative istruzioni formulate dal sistema informatico.

Alla procedura selettiva possono partecipare giovani laureati che non abbiano compiuto 35 anni alla data di entrata in vigore del decreto legge 8 agosto 2013 n.91 e in possesso dei seguenti requisiti:
  • diploma di laurea nelle classi indicate nell’allegato 2, conseguito con votazione di 110/110, o corrispondente titolo di studio di I livello previsto dall’art.3 del regolamento adottato dal MIUR con decreto del 22 ottobre 2004 n.270 o diploma di archivistica, paleografia e diplomatica di cui al D.P.R. 1409/63, conseguito con votazione di 150/150;
  • certificazione internazionale delle competenze linguistiche di livello B2 di lingua inglese come previsto dal QCER;
  • possesso della cittadinanza italiana ovvero possesso della cittadinanza degli Stati membri dell’UE ovvero familiari di cittadini comunitari non aventi la cittadinanza di uno Stato membro che siano titolari del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente o cittadini di Paesi terzi che siano titolari del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo o che siano titolari dello status di rifugiato ovvero dello status di protezione sussidiaria;
  • godimento dei diritti civili e politici;
  • assenza di condanne penali ancorché non passate in giudicato.
Ai partecipanti sarà corrisposta un’indennità al lordo di euro 5000 annui, comprensivi della quota relativa alla copertura assicurativa.
Al termine del programma formativo sarà rilasciato un attestato di partecipazione, valutabile ai fini di eventuali successive procedure selettive del Ministero dei beni e delle attività culturali e del Turismo e degli Istituti da esso vigilati.
La domanda di partecipazione può essere inviata dal 14 dicembre 2013 e fino alle ore 14 del 21 gennaio 2014.
 
Per maggiori informazioni, si veda: www.beniculturali.it

Legge di Stabilità 2014 e imprese: le principali novità introdotte dalla Legge 147/2013 riguardanti fisco e amministrazione delle imprese

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La Legge di Stabilità per il 2014 è stata pubblicata in Gazzetta ufficiale il 27 dicembre 2013, come di consueto. Si tratta della L. 27 dicembre 2013, n. 147 "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato" (Legge di stabilita' 2014). (13G00191) (GU Serie Generale n.302 del 27-12-2013 - Suppl. Ordinario n. 87. E' composta da un unico articolo di ben 749 commi sulle materie più disparate dalla fiscalità alla pubblica amministrazione, al lavoro. La manovra vale 14,7 miliardi coperti per 12,2 miliardi da interventi contenuti nel provvedimento stesso, mentre 2,5 miliardi comportano un peggioramento del rapporto deficit/Pil.
Vi segnaliamo in sintesi le principali novità di carattere fiscale e amministrativo  che riguardano in particolare le imprese: 

Novità fiscali per le imprese

1. AUMENTO ACE
Nuove aliquote per l'ACE (aiuti per la crescita economica): la deduzione degli aumenti di capitale,  oggi pari al 3% , salirà al
  • 4% per il periodo d'imposta in corso al 31.12.2014;
  • 4,5% per il periodo d'imposta in corso al 31.12.2015;
  • 4,75% per il periodo d'imposta in corso al 31.12.2016.
 
2. LEASING
equiparazione norme sui canoni di leasing per il lavoro autonomo - imprese con le modifiche alla periodo minimo di deducibilità dei canoni leasing che è ora pari a:
  •  metà (anziché 2/3) del periodo di ammortamento per i beni mobili e
  •  a 12 anni per i beni immobili
Inoltre è prevista dal 2014 l'imposta di registro al 4% sulla cessione di contratti di leasing per immobili strumentali L’imposta di registro si applica sul corrispettivo pattuito aumentato della quota capitale compresa nei canoni ancora da pagare oltre al prezzo di riscatto.
 
3. RIVALUTAZIONE QUOTE PARTECIPAZIONI DI CONTROLLO
La legge di stabilità amplia la possibilità  di rivalutazione delle quote di controllo possedute a titolo d’impresa anche per le operazioni del 2012 con imposta sostitutiva del 16% (va a regime quanto disciplinato dagli artt. 10-bis e 10-ter del D.L. n. 185/2008)
 
 
4. RIVALUTAZIONE BENI E PARTECIPAZIONI
Le società di capitali ed enti non commerciali che non adottano i principi contabili internazionali, possono rivalutare i beni d'impresa e le partecipazioni risultanti dal bilancio al 31.12.2012 (sono esclusi gli immobili oggetto dell'attività d'impresa) nel bilancio o rendiconto 2013.
Il saldo attivo della rivalutazione può essere affrancato, in tutto o in parte, con l'applicazione di un'imposta sostitutiva delle imposte sui redditi e dell'Irap pari al 10%.
Il maggior valore è riconosciuto a partire dal terzo esercizio successivo a quello della rivalutazione (dal 2016) e la rivalutazione avviene versando un'imposta sostitutiva pari al 16% sui beni ammortizzabili e al 12% sugli altri.
 
5. IMU
dal 2014 l'Imu non è dovuta per i fabbricati rurali strumentali. Inoltre l'Imu relativa agli immobili strumentali è deducibile dal reddito d’impresa e lavoro autonomo nella misura del 20% dal 2014 (elevata al 30% per il 2013), mentre è indeducibile ai fini Irap
 
6. COMPENSAZIONI
nuovo visto di conformità necessario per potere compensare i crediti di imposta di tutti i tipi IVA IRPEF IRES se superiori a € 15.000, a decorrere già dai crediti relativi al 2013;
 
7. CANCELLAZIONE AGEVOLAZIONI A TALUNE INZIATIVE ECONOMICHE
La Legge di Stabilità 2014 stabilisce al comma 583 la cancellazione di alcune agevolazioni fiscali e di alcuni crediti d'imposta come :
• assoggettamento a normativa estera, ai sensi dell'art. 41 del D.L. n. 78/2010, alle imprese residenti in uno Stato UE che intraprendono in Italia una nuova iniziativa economica,
• delle agevolazioni fiscali a favore dei distretti produttivi (dall’art. 1, L. 266/2005 e dall’art. 3 D.L. n. 5/2009;
• del credito d'imposta per la ricerca scientifica previsto dall’art. 5, Legge n. 449/1997 a favore delle piccole e medie imprese
• dell'agevolazione fiscale prevista dai commi 6-bis e 6-ter dell’art. 68 del TUIR in merito alle plusvalenze da capital gain.
 
8. PERDITE SU CREDITI
Viene modificato l'art. 101, comma 5, del TUIR in relazione alla deducibilità delle perdite su crediti, per cui dal periodo di imposta in corso al 31.12.2013 , per i soggetti che redigono il bilancio in base ai principi contabili internazionali, la sussistenza degli elementi certi e precisi si realizza anche “in caso di cancellazione dei crediti dal bilancio operata in applicazione dei principi contabili” (in luogo della dipendenza da eventi estintivi).
 
9. RICONOSCIMENTO FISCALE MAGGIORI VALORI soggetti IAS
 (art. 1, comma 147)
Le disposizioni in materia di riallineamento ai fini fiscali dei maggiori valori iscritti a bilancio di cui all'art. 14, comma 1, Legge n. 342/2000 sono ora applicabili anche ai soggetti che adottano i Principi contabili internazionali (IAS), anche relativamente alle partecipazioni costituenti immobilizzazioni finanziarie ai sensi dell'art. 85, comma 3-bis, TUIR.
Per l’importo corrispondente  al netto dell’imposta sostitutiva (16% - 12%), è vincolata una riserva in sospensione d'imposta ai fini fiscali che può essere affrancata versando un’imposta sostitutiva del 10%.
 
10. TRANSFER PRICING e IRAP
 
Ai commi 281-284 è presente  una  norma di natura interpretativa  per cui la disciplina sul c.d. "transfer pricing", cioè relativa alla rettifica dei prezzi di trasferimento sulla base del l valore normale ex art. 110, comma 7, TUIR, è applicabile anche ai fini IRAP  dal 2008 in poi. Si tratta di un'interpretazione con effetto retroattivo, pertanto è previsto che fino al 2012 non è irrogabile la sanzione per infedele dichiarazione di cui all'art. 1, comma 2, D.Lgs. n. 471/1997 (dal 100% al 200%) per le rettifiche del valore della produzione netta. Sono comunque confermate le sanzioni eventualmente irrogate sulla base di un provvedimento divenuto definitivo al 31.12.2013.
 

Amara befana al bar pasticceria San Magno per il furto dei cucchiani da zucchero.


Ignoti cleptomani hanno rubato, nella vigilia dell’epifania, oltre cento pezzi delle piccole posate servite sul piattino per zuccherare il caffè in tazzina. La sottrazione è stata effettuata asportando dal bancone bar il mazzetto dei cucchiaini in due diversi momenti in cui il personale era impegnato al banco pasticceria. E non è la prima volta che le posate del bar pasticceria divengono bottino per anonimi predatori.Visto il misero valore dei ogni singolo pezzo, si è portato ad associare l’indebita appropriazione ad un semplice atto di spavalderia.
Per prevenire altri furti, il personale si presta di servire caffè zuccherato e girato assecondando i gusti di ciascun cliente.

NICOLA VITOLO

Dal 2014 il canone di locazione non può più essere versato in contanti, ma deve essere corrisposto con strumenti tracciabili (assegni bancari o postali, bonifici, carte di credito)

Niente contanti per il pagamento dell'affitto. Per il pagamento dei canoni di locazione di unità abitative scatta l'obbligo di tracciabilità.

Scatta l'obbligo di tracciabilità per il pagamento dei canoni di locazione. Tra i 7 emendamenti approvati giovedì 12 dicembre in Commissione Bilancio al Disegno di legge di stabilità 2014 ve ne è uno che vieta il pagamento degli affitti in contanti. L'emendamento prevede che i canoni di locazione di unità abitative siano "corrisposti obbligatoriamente, quale ne sia l'importo, in forme e modalità che escludendo l'uso del contante ne assicurino la tracciabilità". Sarebbero esclusi da tale disposizione solo i canoni di locazione relativi ad alloggi di edilizia residenziale pubblica.

Dal 1° gennaio 2014, quindi, gli affitti si pagano solo con assegni o bonifici., Stop ai contanti.

A prescindere dall’importo dei canoni, e quindi in deroga alla disciplina antiriciclaggio, gli affitti devono sempre essere versati per mezzo di strumenti tracciabili. La previsione è contenuta nella Legge n. 147/2013 (c.d. “Legge di stabilità 2014”) e si accompagna ad una norma che attribuisce ai Comuni una funzione di monitoraggio delle locazioni, anche attraverso la consultazione del registro dell’anagrafe condominiale, in cui sono annotati i dati relativi ai proprietari ed agli inquilini.

 
Fonte: Il Sole 24 Ore