Mercoledì 7 dicembre rivive il Vampalorio a San Mango Piemonte, antica tradizione locale dei falò della vigilia dell’Immacolata. La Pro Loco, nell’ambito delle attività promosse per la salvaguardia e la rivalutazione delle tradizioni popolari, con il patrocinio del Comune di San Mango Piemonte, ha programmato per mercoledì 7 dicembre iniziative artistico culturali che sono da corollario al tradizionale rito dei falò per rioni. Si inizia alle ore 18.00, presso la sala del Club Cultori Enogastronomici”, con un convegno sul tema “Tradizioni e folclore, memorie popolari da gustare”, introdotto dal Sindaco Alessandro Rizzo e presentato da relatori dell’Associazione Arteria. Seguirà il Premio d’Arte e Cultura “Città del Tubenna” con presentazione di opere grafiche e poesie sulle tipicità locali, ed attribuzione di benemerenze ed attestati ad artisti e poeti. di riconoscimento a studiosi locali che con il loro operato contribuiscono ad elevare culturalmente ed artisticamente le comunità picentine. Dalle ore 20 in poi, il gruppo musicale popolare “E’ Cunte d’o Tamburo” portarà in giro nelle strade, nei rioni ed intorno ai falò del paese lo spettacolo “Canti e Cunti della Tradizione”. Cantando e ballando, tra fumi e profumi, tarantelle e tammorre, tipicità e vinelli, si passerà da un falò all’altro.
Nelle contrade del piccolo centro picentino, animate nella mattinata della vigilia dell’Immacolata dal vociare dei ragazzi intenti alla raccolta di fascine e ceppi, dall’operosità degli adulti assorti nell’innalzare la pila di legna e dall’entusiasmo delle donne impegnate nella preparazione di alcuni dolci tipici locali, l’eccitazione per l’avvenimento folcloristico raggiunge il suo culmine con l’accensione dei falò, intorno alle ore 20.00. Il crepitio dei rami ardenti e la sfavillante luce delle alte fiamme levantesi dalle pira di legno, accendono un’atmosfera tutta particolare, creando momenti di suggestione popolare divisa tra leggenda e realtà. Intorno al “vampalorio” bambini , ragazzi , adulti ed anziani si ritrovano accomunati da un rito che è storia , cultura e folclore. Mentre i più giovani si divertono giocando in modi ormai inconsueti, adulti ed anziani improvvisano balli e canti popolari di antica memoria al ritmo di un vecchio tamburo, riscaldati esternamente dal calore della brace ardente ed internamente dall’immancabile buon bicchiere di vino locale ben sposato con patate, castagne, nocciole cotte nella brace dei falò. Fino a qualche decennio scorso si celebrava anche il rito del “mariandò e pizcandò” : intorno al falò si formavano due pile di giovani , cinque sotto e quattro sopra, che si contrapponevano ballando in circolo e indirizzandosi stornelli. Un rito che si sta tentando di recuperare attraverso studi e ricerche che coinvolgono scuole, media, gruppi musicali e di ballo.
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