Il Consorzio fa sapere che fra pochi giorni la raccolta del vetro
entrerà in crisi a Roma e in molte località del Centro-Sud per problemi
burocratici riguardanti l’impianto di recupero di Supino (Fr), uno dei
principali d’Italia. Si profila una paralisi della raccolta del vetro al Centro-Sud e anche in Campania.
Per motivi burocratici è infatti vicina la saturazione dell’impianto di
recupero di Supino (Frosinone), uno dei principali del Paese nonché
quello dove confluisce il 50% dei rifiuti in vetro prodotti dalla città di Roma e il 30% di quelli prodotti da tutte le regioni del Centro-Sud Italia.
Dato che la valutazione di impatto ambientale della Regione Lazio
permetterebbe di aumentare la capacità dello stabilimento, CoReVe fa
sapere che se chi di dovere non farà quanto in suo potere per evitare il
collasso del sistema di raccolta, ci si troverà di fronte ad un possibile problema di decoro e di ordine pubblico in molte città del Centro-Sud, Roma compresa.
“Il recupero e riciclo della raccolta di rifiuti di imballaggi in
vetro nella città di Roma e in molte aree del Centro–Sud rischia di
entrare in crisi. L’aumento della raccolta delle aree in ritardo,
l’estate calda e il grande afflusso turistico hanno aumentato la
raccolta, che nei primi dieci mesi è cresciuta nel Mezzogiorno di quasi
il 14%, con punte di oltre il 50% in Sicilia, 45% in Basilicata, 23% in
Calabria. Questa crescita ha anticipato le quantità affluite allo
stabilimento Vetreco di Supino (Frosinone), saturando prematuramente la
capacità produttiva autorizzata dalla Provincia di Frosinone”, ha
dichiarato Franco Grisan, Presidente di CoReVe, il Consorzio che in
Italia gestisce la raccolta differenziata del vetro. “Bisogna tener
presente che questo stabilimento recupera circa il 30% del vetro
raccolto al Sud e circa il 50% di quello della città di Roma. Il
paradosso di questa situazione è che la valutazione di impatto
ambientale fatta dalla Regione Lazio permetterebbe allo stabilimento di
ricevere quasi il doppio delle quantità attuali e che queste potrebbero
tranquillamente aumentare del 50% semplicemente passando da una
organizzazione a 2 turni ad una stabile a 3 turni a parità di impianto,
fra l’altro con aumento della manodopera impiegata sia nell’impianto che
nell’indotto. Questa situazione ha dell’assurdo e potrebbe avere
conseguenze molto gravi” – prosegue Grisan. Da anni abbiamo messo in
campo uno sforzo notevole per incrementare la raccolta del vetro al
Centro-Sud e ora uno dei più importanti stabilimenti preposti al
trattamento non può svolgere al meglio la propria funzione per
incomprensibili vincoli burocratici. Se chi di dovere non farà quanto in
suo potere per evitare il collasso del sistema di raccolta, ci
troveremo di fronte ad un possibile problema di decoro e di ordine
pubblico in molte città del Centro-Sud, Roma compresa. Vivremo, inoltre,
l’ulteriore paradosso di aver spronato cittadini e amministrazioni
locali a differenziare di più e meglio, ritrovandoci ora
nell’impossibilità di gestire quanto viene conferito. Come CoReVe
abbiamo sollecitato le autorità preposte ad agire celermente per evitare
la paralisi del sistema, ma per ora nulla è stato fatto”, ha concluso
il Presidente.
Questa la posizione del CoReVe espressa in seguito alla difficile
situazione in cui versa lo stabilimento Vetreco di Supino (Frosinone).
Lo stabilimento, infatti, ha informato che, siccome nei mesi di novembre
e dicembre potrà ricevere solo 18.700 tonnellate, mentre dovrebbe
accogliere, se i conferimenti dovessero mantenere i ritmi di ottobre,
46.000 tonnellate conferite, continuerà a ricevere i rifiuti di
imballaggi in vetro finché gli è possibile, dopo dovrà fermarsi. Rifiuti
che, inevitabilmente, rimarrebbero lungo le strade di Roma e di molte
città del Centro-Sud. Un rischio, questo, nato dalle differenti
posizioni espresse da organi diversi della pubblica amministrazione:
l’impianto, infatti, a suo tempo aveva ricevuto l’autorizzazione da
parte della Regione Lazio per raccogliere 400.000 tonnellate all’anno di
rifiuti di imballaggi in vetro, mentre quella ricevuta dalla Provincia
di Frosinone lo abilitava a trattare soltanto poco più di 200.000
tonnellate. Un limite questo che, visti i buoni risultati di raccolta al
Sud e i consumi prolungati dovuti al protrarsi della stagione calda, è
stato già quasi raggiunto a distanza di più di un mese dalla chiusura
dell’anno.
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