“L’amministrazione comunale di Pontecagnano Faiano è sensibile al problema delle intolleranze alimentari. Nelle nostre scuole un bambino ogni cento è celiaco. Per soddisfarne le esigenze abbiamo adottato il necessario regime alimentare utilizziamo prodotti senza glutine ed a chilometri zero. Quotidianamente prepariamo 700 pasti, 250 bimbi della scuola primaria effettuano il tempo pieno. La comunità di celiaci è perfettamente integrata” dice Lucia Zoccoli, assessore alle politiche sociali del Comune di Pontecagnano Faiano in apertura del convegno Naturalmente Intolleranti organizzato venerdì sera dall’Associazione LaborSalerno presso la tenuta Casella del Comune picentino.
“Crediamo che parlare del problema aiuti a diffonderne i rimedi: iniziamo oggi un percorso che troverà il suo massimo apprendimento alla quarta edizione di Vivace, la vetrina delle intolleranze alimentari in programma nell’ultimo week end di settembre presso il parco ex Salid in Salerno”, spiega il presidente LaborSalerno, Maria Rosaria Scuoppo.
“Una popolazione ben più vasta di quella ufficialmente censita è affetta da intolleranza alimentare”, aggiunge l’assessore provinciale all’agricoltura Mario Miano. “In provincia di Salerno siamo riusciti a mantenere impermeabili alle ecomafie territori fondamentali nella produzione di alimenti alla base della dieta senza glutine. Uno su tutti: la farina di castagne. La Provincia ha messo a sistema la politica di sensibilizzazione verso l’adozione di regimi e comportamenti alimentari sani e virtuosi per tutti ma addirittura salvifici per chi è intollerante; stiamo pianificando le procedure per capitolati unici di approvvigionamento di prodotti locali certificati da destinare alle mense scolastiche. Un anno fa volli che Vivace entrasse in Agrimed Montagna; alla Bit 2011 abbiamo presentato la seconda edizione di Agrimed e la quarta di Vivace; a fine settembre 2011, in due week end consecutivi, realizzeremo un focus nazionale sulle produzioni di nicchia dell’agricoltura di montagna e sulla dieta sostenibile per gli intolleranti alimentari. Inizieremo con Agrimed a Roccadaspide, termineremo con Vivace a Salerno. Sarà l’occasione per invitare a Roccadaspide tutti i celiaci d’Italia. Che vengano ad Agrimed Montagna, lì troveranno un’accoglienza dedicata, convegni a tema, alimenti giusti e, attraverso Vivace, le risposte a tutte le loro domande”.
A Basilio Malamisura, responsabile Unità Operativa di Pediatria e Assistenza Neonatale presso l’Ospedale di Cava de’Tirreni, il compito di illustrare dimensioni, origine e fenomenologia delle intolleranze alimentari. “E’ provato che la diminuzione dell’allattamento al seno è tra i fattori alla base di un successivo sviluppo della celiachia. La proteina del glutine, oltre ad essere nutrizionalmente inutile, non è digerita da nessun essere umano. A scatenarne l’intolleranza, che può sopraggiungere in qualsiasi età della vita, sono le infezioni o la stessa quantità di glutine ingerita. Maggiormente predisposte sono le donne in cui si può sviluppare anche l’infertilità. La mancanza di una diagnosi indirizza in maniera assolutamente negativa la vita del celiaco: l’intolleranza non curata pregiudica la crescita in altezza; vent’anni di celiachia determinano l’assenza della necessaria quantità di calcio nelle ossa e quindi predispone all’osteopatia ed all’osteoporosi; il celiaco che non adotta in tempo il giusto regime alimentare ha inoltre maggiori possibilità di sviluppare neoplasie intestinali. In totale sono 220 i sintomi legati alla celiachia tra cui diarrea, stipsi, nausea, vomito, dolori addominali, anemia inspiegata, prolungata e resistente; tiroidite, artrite reumatolide”. Sugli alimenti: “Riso, patate, mais, legumi e prodotti a base di farine di castagne e nocciole vengono dirigerti anche un’ora prima degli alimenti con glutine. A diagnosi fatta, il celiaco che inizia ad alimentarsi attraverso questi prodotti in massimo sei mesi vede scomparire ogni disturbo. E scopre la vita normale”
CELIACHIA. COS’E’?
L'incidenza della celiachia, l'intolleranza permanente al glutine, è stimata intorno a 1 - 1,5 della popolazione; in Italia risulta quindi affetta da questo disturbo alimentare una persona su cento
(fonte Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali).
Ne consegue che potenzialmente i celiaci italiani sono circa 500.000 cioè circa l’1% della popolazione,
a fronte dei "solo" 85.000 attualmente diagnosticati. Ogni anno vengono effettuate 5.000 nuove diagnosi ed ogni anno nascono ben 2.800 bambini celiaci, con un incremento annuo del 9%.
Secondo dati pubblicati dall’Associazione Italiana Celiachia, in Italia si stima la presenza di circa 500.000 persone affette da malattia celiaca (incidenza di malattia celiaca 1/150 sulla popolazione italiana di 57.000.000 individui), l’85% dei quali (323.000 individui) affetto
da malattia celiaca asintomatica non diagnosticata, mentre solo il 15% dei malati (57.000 pazienti)
soffrirebbe quindi di una forma della malattia celiaca sintomatica.
Di questi 57.000 individui solo il 60% è già stato diagnosticato (35.000 pazienti).
Dati che evidenziano come la celiachia sia sempre più diffusa, anche se molte persone non sanno di esserne affette senza effettuare esami specifici.
Si calcola che per ogni caso diagnosticato di celiachia, sette siano ancora da scoprire.
In merito:
• Il tetto di spesa per gli alimenti senza glutine al mese, a carico del servizio sanitario per una donna adulta è di 100 euro, mentre per un uomo è di 150 euro;
• Le famiglie spendono 200 euro per la diagnosi, dove non è stato applicato il decreto sulle malattie rare che consente la diagnosi gratuita anche ai parenti di primo grado;
• Le strutture di ristorazione in Italia, alberghi,ristoranti pizzerie e gelateria, che possono ospitare celiaci in sicurezza, sono 1200;
• Il numero dei prodotti senza glutine contenuti nel registro Nazionale degli alimenti è pari a 1.736.
Quando nacque nel 2001 con decreto Veronesi, il registro conteneva 281 alimenti.
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