Quali le ragioni che portano
un ragazzo ad esercitare comportamenti e stili di relazioni basati sulla sopraffazione,
piuttosto che sulla cooperazione?
Secondo Olweus i ragazzi che opprimono e quelli che subiscono
sono il frutto di una società che tollera la sopraffazione. Il bullismo è
figlio di un contesto culturale in cui viene perseguito un modello di forza e
potere, in cui vige la distinzione tra vincenti e perdenti, in cui la sconfitta
non è accettabile, e dove vengono esaltati leader autoritari e
immagini maschili e femminili di successo. I mass media, televisione, cinema,
videogiochi ci presentano modelli di violenza giovanile come espressione di
forza e vitalità. In una cultura fondata sui disvalori della sopraffazione,
dell’arroganza, della furbizia e della competizione diventa naturale prevaricare il più debole.
Varie ricerche hanno dimostrato che gli
effetti sul bullismo possono protrarsi nell’età adulta, sia nella vittima, ma
anche nel bullo, per il resto della loro vita. Sulle vittime,
gli effetti a breve termine presentano già una problematicità rilevante;
infatti, secondo i risultati di varie ricerche sull’argomento, i ragazzi che
vengono molestati a scuola, mostrano sin da subito, a riprova del proprio disagio, somatizzazioni con sintomi fisici quali mal di pancia, mal
di testa; alterazioni dei ritmi sonno-veglia (sonno tormentato da incubi),
problematiche ansiose (attacchi di panico, fobia scolare). Inoltre, hanno paura
di socializzare, trovando difficile fidarsi degli altri e , pertanto, si
isolano.
In età adulta, tutte le prepotenze
subite in giovane età, possono sfociare in una bassa autostima di sé, a
sindromi depressive, all’isolamento sociale. Inoltre, è provato che, in molti
casi, le donne e gli uomini che abbiano subito qualsiasi tipo di molestia in
giovane età, hanno difficoltà a vivere un sereno rapporto con il sesso opposto.
L’adulto perseguitato a scuola, trascina con sé il senso di impotenza anche nella
vita lavorativa: un prepotente in ambito lavorativo potrà nuovamente sopraffarlo.
Come correre ai ripari o arginare questo
fenomeno di violenza gratuita o più semplicemente bullismo?
Ricorrere al vecchio detto “mazz e
panell fann ‘e figli bell, senza panelle e senz mazz se fann ‘e figli pazz”?
Certamente no! Ma sicuramente vanno
rivisti stili di vita che svalorizzano la persona umana e vanno recuperati i
valori della convivenza civile.
Nicola Vitolo
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