Il Carnevale è nato come festa contadina volta a celebrare la fine dell’inverno e l’avvicinarsi della primavera ma con il Cristianesimo questo ha preso un significato diverso



Per “carnevale” si intende “carne levare” e perciò indica essenzialmente l’inizio della Quaresima durante la quale non si consuma carne.
Le origini del Carnevale sembra risalgono al periodo greco-romano durante il quale si tenevano cerimonie pagane in onore del Dio Saturno, per propiziare l’inizio dell’anno agricolo. Durante questi festeggiamenti si capovolgevano i rapporti gerarchici consentendo uno scambio di ruoli tra plebei e nobili tramite l’uso di maschere, e ci si dava al godimento sfrenato tramite cibo, bevande e piaceri sensoriali.
Nel Medioevo i festeggiamenti del Carnevale erano molto simili ai suddetti con la differenza che il culmine di questi era il processo di un fantoccio la cui morte, rappresentava il capro espiatorio dei mali dell’anno passato e un buon augurio per il nuovo.
La storia del Carnevale dunque dà tutt’altro significato a questa festività rispetto a quello religioso infatti in sostanza era un modo per salutare l’inverno dando il benvenuto alla stagione primaverile portatrice di fertilità e fecondità.
I festeggiamenti sregolati e lussuriosi del Medioevo furono presto ridimensionati in quanto non visti di buon occhio dalla Chiesa.
E così il carnevale iniziò ad esser rappresentato da compagnie di attori in maschera che nel ‘500 si esibivano nelle corti dei nobili.
Secondo la storia del Carnevale, le maschere rappresentano i vizi e le virtù degli uomini e questo è intuibile anche analizzando le caratteristiche delle maschere italiane più famose: Pulcinella è la rappresentanza dell’indole impertinente, pazzerella e “pigra” Napoletana, Pantalone rappresenta un mercante avaro e lussurioso Veneziano, mentre Arlecchino è un servo Bergamasco lazzarone e furbo.
Si dice che alcune di queste maschere abbiano origine e valenza demoniaca rappresentata ad esempio dalla maschera nera sul volto di Arlecchino e ancora quella bianca e nera di Pulcinella.
Al giorno d’oggi il Carnevale viene festeggiato in varie parti del mondo ma non sempre le date d’inizio e  fine dei festeggiamenti sono uguali in tutte le culture. I festeggiamenti di solito si svolgono attraverso sfilate di carri allegorici, feste in maschera, antichi riti propiziatori e Pantomime storiche.
L’Italia in un certo senso continua a fare la storia del Carnevale in quanto vanta la presenza di alcuni dei Carnevali più belli e famosi al mondo: il carnevale di Venezia, il carnevale di Viareggio, di Putignano, di Cento, e il Carnevale di Foiano.

Carnevale è la festa più colorata dell’anno e come per ogni festa tipica, ogni regione italiana ha le sue tradizioni, infatti possiamo assaggiare diverse ricette di Carnevale a seconda del posto in cui ci troviamo.
Tra i primi piatti per Carnevale l’immancabile è senza dubbio la lasagna, tipica della Campania, fatta di sfoglie di pasta all’uovo e farcita con ricotta, carne, mozzarella e ragù.
In Irpinia troviamo la frittata di bucatini, e in Liguria i gustosi ravioli di carne alla genovese. A Verona invece un piatto tipico della tradizione di Carnevale sono gli gnocchi legati alla tradizionale Maschera del posto “Papà del Gnoco” caratterizzata appunto da uno scettro a forma di forchetta, nel quale è infilzato uno gnocco. 
I dolci di Carnevale sono i veri protagonisti di questa festa, tuttavia ci sono anche gustosi primi piatti da non perdere assolutamente.





Carnevale vecchio e pazzo
s'è venduto il materasso
per comprare pane, vino,
tarallucci e cotechino.
E mangiando a crepapelle
la montagna di frittelle
gli è cresciuto un gran pancione
che somiglia ad un pallone.
Beve, beve all'improvviso
gli diventa rosso il viso
poi gli scoppia anche la pancia
mentre ancora mangia, mangia.
Così muore il Carnevale
e gli fanno il funerale:
dalla polvere era nato
e di polvere è tornato.
                                             Gabriele D'Annunzio 

Maschere di Carnevale
Quante maschere per via:
che fracasso, che allegria!
Arlecchino multicolore
è sempre di buon umore;
il suo amico Brighella
non ha soldi nella scarsella;
Pulcinella si consola:
suona la mandola.
Di Milano è Meneghino
e Gianduia di Torino;
Stenterello è toscano,
Rugantino romano.
Avaro è Pantalone,
superbo Balanzone.
Graziosa e birichina,
con Rosaurara Colombina.
Tante altre mascherine,
eleganti e chiacchierine,
vanno a spasso in compagnia:
che fracasso, che allegria!






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