PRESEPE VIVENTE IL 26 E 27 DICEMBRE 2008 E 6 GENNAIO 2009


Il tradizionale presepe vivente di San Mango Piemonte andrà in scena nel centro storico del caratteristico comune picentino dalle ore 18.00 alle ore 21.00 del 26 e 27 dicembre 2008 e del 6 gennaio del prossimo anno. Gli organizzatori, coadiuvati dagli operai della Comunità Montana Monti Picentini, stanno lavorando alacremente all’allestimento delle scene lungo tutto il percorso. Il Presepe Vivente è un’iniziativa che viene portata avanti dal 1971 dalla comunità parrocchiale di San Mango Piemonte e dal Circolo Culturale ANSPI "Orizzonti Nuovi".
Anno dopo anno la manifestazione si arricchisce e si migliora con nuove scene e nuovi personaggi, tanto che ai numerosi visitatori che puntualmente ogni anno visitano la sacra rappresentazione, il presepe suscita sempre nuove emozioni. Questo continuo rinnovarsi, la caratteristica del luogo, l’accoglienza della gente e, perché no, l’ormai ricca esperienza dell’organizzazione locale, fa di questo presepe una tappa obbligata per quanti amano l’arte presepale nelle sue innumerevoli espressioni.
La sacra rappresentazione si svolge lungo via Relli, nel centro storico del piccolo comune picentino. Oltre a buona parte dei residenti, si impegnano anche spazi, cortili ed angoli per allestire le scene che raffigurano momenti, mestieri e personaggi di un’epoca storica tanto lontana ma tanto significativa per tutta la cristianità. Gli attori, muti nella parola ma espressivi nei gesti e nelle movenze, animano le scene recitando con abiti da pastori, mercanti, viandanti, locandieri, falegnami, fabbri, vasai, fornai, pretoriani, soldati, carcerieri, ladroni, autorità militari e pubbliche, patrizi e schiavi. Dall' inizio alla fine del percorso su cui si dirama la rappresentazione del presepe vivente, il visitatore viene proiettato, quale viandante spettatore non partecipante, in una realtà remota. Tra i fumi dei bivacchi, gli odori dell’incenso e dei fuochi di dimore patrizie e plebee, con il passo schiarito dalla luce di fievoli torce ed accompagnato dal sottofondo di una colonna sonora, che ben si sposa all’ambiente raffigurato, esso viene introdotto in un ambiente da cui, effettivamente, risaltano il sacro ed il profano, la solennità e la quotidianità, l’avvento di una nuova era, di una nuova luce, di una nuova speranza, di una nuova via. Nel soffermarsi, poi, davanti alle bettole degli artigiani, alle botteghe dei mercanti, alle locande, ai palazzi dei principi e dei patrizi, alle case della plebe ed ai bivaccamenti di pastori e di nomadi, il visitatore viandante passa dallo sfarzo dei palazzi alla povertà delle capanne, dagli agi dei potenti allo sfruttamento della schiavitù, dall’inflessibilità della milizia romana alla lussuria dei lupanari, dagli odorosi fumi degli incensi agli acri fumi dei bivacchi, dal canto delle odalische alle grida degli schiavi. Alla fine del percorso, dopo tutta questa mescolanza di emozioni e situazioni sceniche, egli giunge davanti alla capanna. Qui, lontano dai clamori e nell’austerità della scena, la sacra famiglia raffigurata accoglie il visitatore e lo invita, col suo silenzio ed il suo ricordo, ad un momento di raccoglimento e riflessione sull’eccezionalità dell’avvenimento cristiano: la nascita di Gesù, il figlio di Dio fatto uomo.

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