Secondo la classifica di Contribuenti.it, l'Italia si aggiudica il 'primato europeo' per la lentezza nei rimborsi fiscali con 14,7 anni di ritardo.

Lo Stato si conferma un pessimo e tardo pagatore. L'Amministrazione finanziaria in Italia impiega mediamente 14,7 anni per rimborsare le imposte, contro una media europea di 12 mesi.
E' questa la sintesi della nuova inchiesta condotta dal Centro Studi e Ricerche Sociologiche "Antonella di Benedetto" di KRLS Network of Business Ethics per conto di Contribuenti.it - Associazione Contribuenti Italiani.
In Italia quando si tratta di pagare le tasse il fisco non perdona. Basta anche un solo giorno di ritardo per far scattare sanzioni ed interessi da capogiro. Ma sul versante opposto, lo Stato, invece, si conferma il peggior pagatore in Europa.
Secondo la classifica di Contribuenti.it, l'Italia si aggiudica il 'primato europeo' per la lentezza nei rimborsi fiscali con 14,7 anni, seguita dalla Grecia (5,7 anni), dalla Bulgaria (4,1 anni) dalla Romania ( 3 ,8 anni) dal Portogallo ( 3,3 anni) dalla Spagna e Estonia (2,8 anni), da Cipro ( 2,6 anni) dalla Polonia ( 2,1 anni) dalla Francia (1,2 anni), dal Regno Unito, Finlandia, Irlanda, Slovacchia e Lituania (1 anno), dalla Germania, Paesi Bassi, Lituania, Slovenia, Repubblica Ceca, Malta e Ungheria (0,8 anni), dall'Austria, Lettonia, Croazia, Belgio (0,4 anni), dalla Svezia (0,2 anni) e dalla Danimarca e Lussemburgo (0,1 anni).
In Italia, in cinque anni, il debito pubblico per i rimborsi fiscali si è quasi triplicato passando da 20,2 miliardi del 2008 a 58,6 miliardi del 2014, da rimborsare a 14,6 milioni di contribuenti.
Nel 2014, i contribuenti maggiormente penalizzati dai mancati rimborsi dei crediti fiscali sono quelli residenti nelle regioni del Sud Italia con in testa i residenti in Campania, con +235,9%. Secondo e terzo posto spettano rispettivamente ai residenti nel Molise con + 224,6% ed in Puglia con +215,7%. A seguire nella Sicilia con +201,8%, nella Basilicata con 200, 4%, nel Lazio con 197,3%, nelle Marche con +193,5%, nell'Abruzzo con +192,6%, nella Valle d'Aosta con 190,1%, nell'Emilia Romagna con +182,4%, nella Toscana con +175,3%, nella Liguria con +174,1%, nell'Umbria con +171,3%, nel Piemonte con +168,7%, nel Veneto con +108,2%, ed in Lombardia con +102,2%.
Tutto questo accade perché l' Amministrazione finanziaria, dopo 14 anni, non ha ancora dato attuazione all'art. 8 dello Statuto del contribuente, in dispregio della Carta Costituzionale, che prevede la possibilità di pagare tutte le imposte mediante compensazione dei crediti tributari.
"Per esigenze di cassa non si può sempre far leva sui rimborsi fiscali - afferma Vittorio Carlomagno, presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani - Agiremo innanzi alle Commissioni tributarie e alla Corte di giustizia europea per far valere i diritti dei contribuenti italiani. I fondi recuperati dalla lotta all'evasione fiscale non sono stati utilizzati per ripianare i debiti che lo Stato ha nei confronti dei contribuenti. Urge un'armonizzazione fiscale in modo che, quanto prima, in tutta Europa, la tassazione possa essere omogenea e i rimborsi fiscali possano essere erogati con gli stessi tempi e modalità".
In attesa di seri provvedimenti, l'Associazione Contribuenti Italiani con Lo Sportello del Contribuente promuoverà nel prossimo mese di ottobre dibattiti e "Tea Parties" in tutta Italia, per sollecitare una legge che impone alle Amministrazioni finanziarie di pagare entro 60 giorni, trascorsi i quali i contribuenti potranno procedere alla riscossione coattiva con l'applicazione di sanzioni ed interessi.

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