Ferve l’attesa per MelaDay, il giorno della mela, iniziativa di conoscenza e degustazione di tipicità, cultura, storia, tradizioni e gastronomia locale. La seconda manifestazione della festa della mela annurca è programmata per sabato 22 ottobre prossimo nel centro storico di San Mango Piemonte. Avrà inizio alle ore 19.30 con l’apertura degli stand e proseguirà con la prima dello spettacolo “La disfida de' Santomango ovvero come li due contendenti lottavano per amore de la bella Bianca da Procida”. Una performance scenica recitata, danzata e suonata in chiave medioevale tra slarghi, portoni, cortili, vicoli del caratteristico centro storico di San Mango. Lo spettacolo itinerante, promosso dalla Pro Loco e creato dall’associazione Arteria, è il racconto teatrale di un fatto d’amore ed armi verificatosi tra il 1334 ed 1338 nell’antica Terra Sancti Magni et Pedemontis, oggi San Mango Piemonte, che sconvolse anche il principato di Salerno. La storia rivive nei suoi punti salienti con gli attori Flavia D’Aiello, Francesco Petti e Carlo Rosselli, con le musiche medioevali eseguite dal vivo da Francesco Manna, Gerardo Oliva e Giuseppe Rola, Osvaldo Costabile, con i costumi de La casa del Gallo d’oro, ed i pupazzi di Flavia D’Aiello. Tra una mela annurca e l’altra, lo spettacolo partirà da via Relli civico 28 alle ore 20.00 e terminerà alle 21.15 in piazza Alfinito. Alle ore 21.30 è prevista la replica sullo stesso percorso.
Nei primi decenni del XIV secolo il Principato di Salerno fu scosso da sedizioni, sommosse ed episodi di violenza e di sangue che danneggiarono il commercio e le attività artigianali fiorenti soprattutto nel Picentino. Quella che più di tutte, sia per la durata sia per il numero delle persone coinvolte, fu certamente la guerra sociale che divampò fra due delle famiglie più nobili e potenti del tempo: i Santomango e i d’ Ajello. La scintilla fu accesa dall'abate e chierico Riccardo d'Ajello che, invaghitosi di Bianca di Procida,giovanetta di esimia bellezza e d'illustri natali, promessa sposa a Lanfolfo Santomango, la rapì il giorno stesso delle nozze. Ciò produsse una lunga guerra civile tra le due famiglie, cui presero parte oltre mille uomini. Re Roberto, informato dapprima del temerario atto, e scandalizzato da cotanta scelleratezza, emanò un bando contro d'Ajello il dì 1 di agosto 1334, col quale fulminò pene severe a chiunque desse ricetto a Riccardo d’Ajello milite di Salerno, homo sceleratus ... ob enorme delictum ab olim patratum; mandamus quod nemo potest eum receptare>. Impertanto, i Santomagni, accesi di rabbia ed ebbri di vendetta, giurarono di cancellare col sangue la macchia del torto ed affronto ricevuto. Seguirono quattro anni di guerre ed atti di violenza a cui presere parte ben 334 uomini della famiglia dei d’ Ajello ai quali si contrapponevano 355 armati della famiglia Santomango. La guerra si fece più aspra con l'uccisione di due dei fratelli Santomango per mano dello stesso Riccardo d'Ajello e di suo fratello Matteo, nel convento dei frati minori di Salerno, alla presenza dell'arcivescovo della città. La guerra fu così implacabile e travolse tanto la città di Salerno e della sua Foria che i mercanti furono costretti a domandare la moratoria. E sull'invito dei Sindaci di Salerno e delle vicine Università, il re Roberto dovette promulgare un indulto che venne nel 1338 e rappacificò la maggior parte dei contendenti, anche se non sedò la profonda inimicizia tra i Santomango e i d’Ajello, fino a quando, nel 1350, una mano ignota raggiunse ed uccise il responsabile Roberto d'Ajello.
Nessun commento:
Posta un commento