La “Festa della Mela Annurca” ha caratterizzato la promozione sociale di San Mango Piemonte durante il primo scorcio autunnale del 2011 con l’obiettivo di valorizzare la mela annurca, e le tipicità territoriali, favorirne la produttività, concretizzandola con la conoscenza di luoghi, tradizioni, produzioni e gastronomia. Il programma dell’evento, organizzato dalla Pro Loco di San Mango Piemonte, si è articolato tra ottobre e novembre con variegate iniziative tutte miranti a dare significativa forza penetrativa all’azione propositiva della manifestazione, salvaguardare la continuazione di una tipicità, tutelarne la produttività, sia in qualità che in redditività, delocalizzare una tipicità territoriale con l’affermazione del brand image attraverso la genuinità di un merchandising socio-culturale ben strutturato all’interno di una già intensa progettazione finalizzata alla promozione e valorizzazione di un circuito turistico di “qualità” in senso lato, alla tutela di un’identità culturale e territoriale.
In forza di queste finalità e sulla scorta di un inscindibile legame del territorio locale con la mela annurca, primaria tipicità di notevole interesse ed evoluzione socio economico, la festa della mela annurca, patrocinata dal Comune di San Mango Piemonte nell’ambito del progetto “L’antica cucina sanmaghese”, è stata suddivisa in: GustAnnurca, MelaDay, Melarenda, MelaGiro e MelArtè.
L’avvio è stato dato da “GustAnnurca”, un concorso gastronomico tendente a dare risalto alle le proprietà culinarie dell’annurca, attraverso la preparazione e degustazione di ricette avente la tipica mela tra gli ingredienti. La gara conclusiva, svoltasi il 14 ottobre presso la Tenuta D’Amore Resort, ha visto primeggiare tra le cinque ricette finaliste la portata preparata dallo chef de cousine Fabrizio Di Lisi, “Maialino porchettato al taurasi con sfoglie di zucca e mela annurca”, che ha riportato la maggiore valutazione complessiva espressa dalla giuria tecnica e dalla giuria dei Sindaci del picentino.
Con “Melarenda” si è inteso favorire, soprattutto tra i giovani, una sana e corretta alimentazione consumando, in particolare a merenda, i frutti del paniere delle eccellenze produttive territoriali, come la mela annurca.
MelaGiro è stata un’escursione turistica a melai e zone di produzione campane finalizzata alla conoscenza della filiera melicola e della tipicità dell’annurca, conosciuta ed apprezzata fin dai tempi dell’antica Roma.
L’iniziativa MelArtè è una concorso artistico avente a tema la mela annurca ed il suo contesto che mira a mettere in mostra, attraverso ogni forma ed espressione dell’arte, le tipicità e le usanze rurali del territorio, assicurandone così continuità e memoria.
Clou della festa della mela annurca è stato “MelaDay”, il giorno della mela, una manifestazione di conoscenza e degustazione della tipicità, cultura, storia, tradizioni e gastronomia locale, svoltasi sabato 22 ottobre scorso nel centro storico di San Mango Piemonte. Con la proposizione in degustazione della mela annurca, è stato proposto anche la prima dello spettacolo itinerante “La disfida de' Santomango ovvero come li due contendenti lottavano per amore de la bella Bianca da Procida”. Una performance scenica recitata, ballata e musicata in chiave medioevale tra slarghi, portoni, cortili, vicoli del caratteristico centro storico di San Mango di un fatto d’amore ed armi verificatosi tra il 1334 ed 1338 nell’antica Terra Sancti Magni et Pedemontis, oggi San Mango Piemonte, che sconvolse anche il principato di Salerno. La storia è stata rivissuta nei suoi punti salienti con gli attori Flavia D’Aiello, Francesco Petti e Carlo Rosselli, con le musiche medioevali eseguite dal vivo da Francesco Manna, Gerardo Oliva e Giuseppe Rola, Osvaldo Costabile, con i costumi de La casa del Gallo d’oro, ed i pupazzi di Flavia D’Aiello.
Nei primi decenni del XIV secolo il Principato di Salerno fu scosso da sedizioni, sommosse ed episodi di violenza e di sangue che danneggiarono il commercio e le attività artigianali fiorenti soprattutto nel Picentino. Quella che più di tutte, sia per la durata sia per il numero delle persone coinvolte, fu certamente la guerra sociale che divampò fra due delle famiglie più nobili e potenti del tempo: i Santomango e i d’ Ajello. La scintilla fu accesa dall'abate e chierico Riccardo d'Ajello che, invaghitosi di Bianca di Procida,giovanetta di esimia bellezza e d'illustri natali, promessa sposa a Lanfolfo Santomango, la rapì il giorno stesso delle nozze. Ciò produsse una lunga guerra civile tra le due famiglie, cui presero parte oltre mille uomini. Re Roberto, informato dapprima del temerario atto, e scandalizzato da cotanta scelleratezza, emanò un bando contro d'Ajello il dì 1 di agosto 1334, col quale fulminò pene severe a chiunque desse ricetto a Riccardo d’Ajello milite di Salerno, homo sceleratus ... ob enorme delictum ab olim patratum; mandamus quod nemo potest eum receptare>. Impertanto, i Santomagni, accesi di rabbia ed ebbri di vendetta, giurarono di cancellare col sangue la macchia del torto ed affronto ricevuto. Seguirono quattro anni di guerre ed atti di violenza a cui presere parte ben 334 uomini della famiglia dei d’ Ajello ai quali si contrapponevano 355 armati della famiglia Santomango. La guerra si fece più aspra con l'uccisione di due dei fratelli Santomango per mano dello stesso Riccardo d'Ajello e di suo fratello Matteo, nel convento dei frati minori di Salerno, alla presenza dell'arcivescovo della città. La guerra fu così implacabile e travolse tanto la città di Salerno e della sua Foria che i mercanti furono costretti a domandare la moratoria. E sull'invito dei Sindaci di Salerno e delle vicine Università, il re Roberto dovette promulgare un indulto che venne nel 1338 e rappacificò la maggior parte dei contendenti, anche se non sedò la profonda inimicizia tra i Santomango e i d’Ajello, fino a quando, nel 1350, una mano ignota raggiunse ed uccise il responsabile Roberto d'Ajello.
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