– Il Direttore Generale di Expo 2015 Spa dr. Giueppe Sala ed il Commissario Generale per Expo 2015 della Repubblica del Burundi ing. Alfredo Cestari hanno quest’oggi sottoscritto, nella sede Expo di via Rovello a Milano, il contratto di partecipazione del Burundi nel Cluster del Caffè attraverso un padiglione da 250 mq multipiani. “Il Presidente della Repubblica e l’intero Governo ringraziano Expo 2015 Spa per l’assistenza finalizzata alla partecipazione del Burundi all’evento mondiale in programma nel 2015 a Milano” ha detto il Commissario Generale, Alfredo Cestari nativo di Salerno e con radici lucane. Che ha aggiunto: “Il Burundi è onorato dell’inserimento nel Cluster del Caffè nell’ambito del quale potrà diffondere ai potenziali investitori la qualità dell’arabica Bourbon Douxe: di assoluto livello ma ancora limitata ad una produzione artigianale. Durante i 6 mesi di manifestazione il Burundi riuscirà altresì a proporre le potenzialità di sviluppo e di business di un territorio e di una popolazione fortemente impegnati nella rinascita infrastrutturale, economica, sociale e civile attraverso un enorme progetto di investimento e di attrazione di imprese da ”. Il General Manager International Affaires Department di Expo Spa dr. Stefano Gatti ha raccolto e lanciato una proposta subito accecata dal Commissario: “A tal fine sarebbe opportuno organizzare la Giornata Nazionale del Burundi in Expo con la presenza del Presidente della Repubblica e dei Ministri”.
129° Paese iscritto ad Expo (sui
142 attuali) il Burundi, attraverso l’organizzazione del proprio padiglione,
comunicherà ai potenziali partner le informazioni inerenti la struttura del
proprio processo di sviluppo: le linee-guida per l’attrazione degli
investimenti, la strategia di emancipazione dai livelli di povertà di fasce
sempre più ampie di popolazione, l’educazione scolastica, l’integrazione nella
macro area di libero scambio dell’Esta Africa con allineamento del proprio PIL
ai livelli medi della regione, i progetti di infrastrutturazione in coerenza
con agli obiettivi del Millennio posti dalle Nazioni Unite nel 2001 e avallati
dalla Banca Africana di Sviluppo, l’ottimizzazione e la diffusione della
produzione agricola di eccellenza (il caffè), l’armonizzazione dei processi di
sfruttamento minerario e dei giacimenti di idrocarburi con le rinnovate
sensibilità etiche ed ambientali per uno sviluppo inclusivo, organico e
capillare che, tutelando la natura, determini benefici per tutte le fasce della
popolazione e incrementi anche il settore (non sviluppato) del turismo.
Quadro si sintesi - Con 8.988.091 abitanti (87%
cattolici), situato a ridosso della linea di frattura della Rift Valley, lo
Stato africano si trova nella regione dei ‘grandi laghi’ e non ha sbocco sul
mare. La sua Capitale è Bujumbura, sede universitaria. Il Burundi conobbe la
colonizzazione prima tedesca, poi belga. Fu un glorioso Regno ed ottenne
l'indipendenza nel 1962. Dal 1966 il Burundi è una Repubblica presidenziale.
L'attuale Capo di Stato e di Governo è il Presidente della Repubblica Pierre Nkurunziza. Lingua ufficiale è
il francese. A Bujumbura lo swahili è usato per i rapporti commerciali correnti.
Ferrovia - Il Burundi non possiede infrastrutture ferroviarie
anche se esistono proposte per connetterlo con i Paesi confinanti. La Cinese
nell'agosto 2006 ha promesso di prolungare nel territorio burundese la
esistente rete ferroviaria della Tanzania che collega a Isaka via Kigali in
Ruanda. Un altro progetto mira a collegare il Burundi e il Ruanda alla RDC e
allo Zambia e quindi al Sud Africa. All’inaugurazione del corridoio del nord, i
governi di Uganda e Burundi hanno sostenuto la nuova proposta di ferrovia
dall’Uganda occidentale (Kasese) alla RDC. Altro progetto di interesse è il
collegamento tra Tanzania e Ruanda.
Direttrici fluviali e lacustri - Il lago Tanganica è utilizzato
per il trasporto verso il porto di Bujumbura. La maggior parte delle merci
viene trasportata attraverso i fiumi Ruzizi, Malagarasi e Ruvuvu. Traghetti
cargo/passeggeri collegano Kigoma (Tanzania) e Mpulungu (Zambia). Esistono
collegamenti con Kalemi (RDC).
Strade - Esistono 12.322 km con circa 2.000 asfaltati. Il resto
della rete è strutturata su direttrici locali o tracce.
Trasporto aereo - Presenti otto aeroporti di cui il
Bujumbura International Airport, a 11 chilometri a nord della città, è l’unico
con piste asfaltate (lunghezze di 3.047 metri).
Servizio aereo – E’ gestito dalla compagnia nazionale Air Burundi che
opera voli nazionali e collegamenti con Ruanda, Tanzania e RDC. Voli
internazionali sono effettuati anche da Ethiopian Airlines, Kenya Airways, KLM,
Brussels Airlines e da altre compagnie aeree minori. Nel 2006 Ruanda Air
Express e Air Burundi hanno introdotto un nuovo collegamento tra Kigali,
Bujumbura e Johannesburg che ha ridotto il costo e la durata del viaggio per il
Sud Africa. Sono inoltre attive piazzole per elicotteri ma esiste un solo
eliporto ufficiale.
Telecomunicazioni - L'infrastruttura di
telecomunicazioni rimane ancora molto limitata. La rete mobile copre la parte
occidentale del Paese. Internet è disponibile in alcune zone occidentali;
alcuni internet café stanno aprendosi a Bujumbura. Con circa il 90% della
popolazione che vive in aree rurali, la teledensità rimane molto bassa
attestandosi alla media del 3%.
Economia/Politica monetaria - Uno degli assi
principali del programma concordato con il Fmi riguarda la stabilità
macroeconomica, che si basa su una prudente politica monetaria. L'inflazione è
attestata all’ 8,2% (2012), rispetto al 6,5% del 2011 e al 4,6% del 2010. Per
contrastare le tendenze inflazionistiche, la Banca Centrale intende rafforzare
la sua politica monetaria. Il tasso di cambio del Burundi è rimasto
generalmente stabile, con una svalutazione marginale dello 0,5% nel 2011. Nel
2012 la svalutazione è aumentata. Il governo intende rendere il tasso di cambio ancora più
flessibile nel medio termine creando un mercato interbancario di scambio e la
Banca Centrale ha adottato nuove regole, entrate in vigore nel luglio 2010. Il
saldo con l'estero si è ridotto e le riserve internazionali lorde sono rimaste
ad un livello accettabile, con l'equivalente di sei mesi di importazioni. L’accordo
tra il Ministero delle Finanze e la Banca Centrale prevede che i prestiti siano
azzerati entro il 2016, in coerenza con la prossima unione monetaria della
Comunità dell'Africa Orientale (EAC).
Cambio (dicembre 2013) : 1 Franco del Burundi
(BIF) = 0,00048 Euro - 1 Euro = 2.085 BIF
1 BIF = 0,00065 USD - 1 USD = 1.538 BIF
Agricoltura - Paese assistito da organismi internazionali fra cui la
Banca Mondiale e il FMI, il Burundi presenta un'economia con assetto
prevalentemente artigianale. Prevale un'agricoltura di sussistenza che, con il
93% della forza lavoro, contribuisce per il 45% alla formazione del reddito
nazionale. L’agricoltura è strutturata sulle produzioni di cereali (mais e
sorgo), patate e manioca, banane e legumi. L'agricoltura di piantagione, introdotta
dai belgi, è redditizia sopratutto per la produzione di caffè, cotone, tè. Il caffè copre l’86% delle esportazioni.
Caffè, l’eccellenza
– Per conformazione
geografica e caratteristiche climatiche il Burundi con le sue colline, il sole
e la pioggia, è tra le regioni più favorevoli al mondo per la coltivazione del
caffè. Polmone economico del Paese, la pregiata miscela arabica “Bourbon”,
dal sapore naturalmente dolce, con un gusto caratteristico che la distingue
dagli altri caffè africani, è universalmente tra le più conosciute e
apprezzate. Introdotta dai Belgi nel 1920, dal periodo coloniale ad oggi
tutti i governi hanno fatto della coltura del caffè arabico l’elemento centrale
dello sviluppo. Attività economica prevalente sulle
colline e prima fonte di reddito per il Paese, la pregiatissima miscela ‘Arabica Doux’
rappresenta la voce principale dei proventi da esportazione del
Burundi (86%). Le
tendenze del mercato mondiale del caffè sono particolarmente incoraggianti per
il Burundi, le cui tecniche di coltivazione e le infrastrutture supportano la
produzione dell’Arabica Doux. Oggi il Burundi immette sui mercati internazionali
due tipologie di caffè ricavate da trattamenti diversi: il Café Washed,
preparato direttamente dai coltivatori, e il Café Fully Washed,
ricavato facendo uso di tecnologie moderne in stabilimenti pubblici e privati. L’attuale
governo incoraggia gli investimenti nel settore primario, incrementando il
bilancio agricolo.
Pesca – E’ praticata nelle acque del lago Tanganica.
Allevamento – Esclusivamente rivolto alle necessità interne. Capi numerosi
ma di qualità piuttosto scadente.
Settore minerario - Il Burundi è un
produttore di colombio (niobio) e tantalio, minerale di stagno, tungsteno e oro
d'esportazione. Il Paese offre inoltre risorse di rame, cobalto, nichel,
feldspati, fosfato, quarzite, uranio, e vanadio. Il Paese è anche un produttore
di calcare, torba, sabbia e ghiaia per il consumo interno e per fini edili. La
produzione determina mediamente l'8% del PIL. La produzione nazionale di oro
(in media 4.000 kg/anno estratti principalmente delle riserve auree concentrate
in provincia di Muyinga nel nord-est) rappresenta oltre il 90% della produzione
mineraria totale. Machanga ltd. dell'Uganda e più recentemente la Burundi
Mining Corporation sono i riferimenti prevalenti nell'industria delle
estrazioni auree.
Colombio (niobio) e tantalio sono estratti dalle
compagnie minerarie Asyst Comptoirs Miniers de Burundi sa, Hamza, e Habonimana.
Le produzioni di columbite-tantalite rappresentano mediamente il 5% del valore
della produzione mineraria. L’australiana Minerals Auargosy Incorporated si
proponeva di sviluppare le relative miniere ma ha avuto sospesa la convenzione
mineraria e le licenze.
Le produzioni di tungsteno e di stagno rappresentano il
3% della produzione mineraria totale. L'ufficio governativo nazionale de la
tourbe è responsabile della produzione di torba, minerale estratto in
particolare nella valle di Akanyara, vicino Buyongwe per un totale medio
certificato annuo di circa 36 milioni di tonnellate.
Una recente stima attesta che il Paese possiede il 6%
delle riserve mondiali di nichel. In realtà l’area in Tanzania oggetto del
progetto Kabanga, pianificato per organizzare la più grande produzione mondiale
di solfuro, fa parte ed è compresa in un più vasto giacimento di nichel che
attraversa il Burundi. La potenzialità del nickel è stimata in 45.000
tonnellate all'anno di produzione nella regione di Musongati.
Settore idrocarburi
- Vari studi
confermano la presenza di petrolio sia nel bacino Rusizi e nel lago Tanganica.
Bacini interni al medio rift e si trovano tra Burundi, RDC, Tanzania e Zambia.
Il rift si divide in due rami, il braccio orientale ed il
braccio occidentale. il lago Tanganica e la piana del Rusizi appartengono al ramo occidentale che consiste
in una serie di bacini sedimentari segnati da profondi laghi (Malawi,
Tanganica). In Burundi i bacini coprono una dimensione di 2.968 kmq.
Indagini aeromagnetiche e sismiche sono state condotte
nei due bacini: si stima che lo spessore del sedimento posa essere superiore a
3.000 m. Le aree esplorative del Rusizi e dei bacini del lago Tanganika sono
state divise in quattro blocchi: A (793,1 kmq), B (697,1 kmq), C (664 kmq) e D
(813,4 kmq). Il blocco A, nel bacino Rusizi, è un settore onshore mentre i
blocchi B.C e D sono nel lago Tanganica, da nord a sud.
Il governo ha continuato a incoraggiare le compagnie
petrolifere ad investire in esplorazioni. Nel 2009 i blocchi C e D sono stati
occupati dalla compagnia londinese Surestream Petroleum ltd. Quantità e qualità
delle riserve di petrolio non sono ancora note. Per il settore petrolifero la
legge di riferimento è il decreto 1/138 17 juillet 1976 riportante codice
minerario ‘Pétrolier et de la République du Burundi’ (legge mineraria e del
petrolio del 1976)
Permessi e
licenze - La legge mineraria e del petrolio
prevede il rilascio di autorizzazione per la prospezione, permesso di ricerca,
licenza di sfruttamento, concessione per l'estrazione.
La concessione mineraria o petrolifera della durata di 25
anni è rinnovabile due volte per periodi di 10 anni ciascuno. E’ in via di
definizione un nuovo quadro legislativo complessivo in materia di concessioni e
finalizzato ad una crescita economica sempre più sostenibile ed all’attuazione
di riforme finalizzate a coniugare lo sviluppo economico a quello sociale, come
pure a conciliare le esigenze di sfruttamento minerario con le normative
ambientali. Il nuovo codice minerario in corso di elaborazione si applicherà
alle attività minerarie e non, di esplorazione di petrolio ed alle attività
produttive.
Industria - Concentrate a Bujumbura, sinora sono limitate a
impianti per la lavorazione del caffè e dei semi oleaginosi, oltre ad alcuni
piccoli complessi calzaturieri, tessili, a un birrificio, a qualche
cementificio e a piccole officine meccaniche.
Turismo - Il Burundi, pur essendo un luogo assolutamente
gradevole e visitabile da un punto di vista naturalistico, non è mai entrato
nei circuiti internazionali. Il Paese è ricco di riserve naturali ed attrazioni
turistiche di gran qualità e bellezza. Le potenzialità del settore sono enormi.
Infrastrutture - Un piano di investimenti da 5,8 miliardi USD è stato
programmato per stimolare la crescita economica e per allineare il Burundi alle
dinamiche di sviluppo medie dell’economia est-africana. Il piano, che sarà
attuato nel corso dei prossimi 20 anni, mira ad attirare gli investitori.
La Banca Africana di Sviluppo, su richiesta del governo
del Burundi, ha certificato il "piano d'azione per le infrastrutture per
il Burundi", necessario per sfruttare il potenziale economico del Paese.
Pienamente attuato, il Burundi si attesterà su livelli di Pil del 7%/anno,
quasi il doppio della crescita ordinariamente prevista del 3,9%.
Secondo il relativo rapporto della Banca Africana di
Sviluppo, i costi di trasporto incidono per quasi la metà sui prezzi all'esportazione.
Se il 90% della popolazione burundese vive in zone rurali, con scarsa
possibilità di accesso alle strade, il piano d'azione mira a migliorare i 2.000
km asfaltati esistenti con l'aggiunta di nuovi 1.000 km nei centri urbani entro
il 2020.
Una componente fondamentale del piano è la creazione di
una rete elettrica nazionale entro il 2015. Il Governo auspica di servire il
40% della popolazione, con regolare accesso all’elettricità nel 2030. Oggi solo
il 2% dei burundesi ha tale facoltà, molto dietro la media del 16% nel resto
del sub-Sahara. Il Burundi non ha risorse di carbone e gas naturale e la
produzione di energia elettrica è molto problematica.
Il piano d'azione infrastrutturale è parte dello sforzo
del Governo per realizzare gli obiettivi di sviluppo del millennio, stabiliti
dalle Nazioni Unite nel 2001 per combattere la povertà e migliorare le
condizioni di vita nei Paesi in via di sviluppo. Il Governo non cercherà aiuti supplementari
per finanziare il piano. Dei 5,8 miliardi di dollari il Burundi fornirà circa
il 27% dei finanziamenti, il 56% proverrà da donatori stranieri che,
mediamente, già contribuiscono con circa 450 milioni di dollari ogni anno. Gli
investimenti esteri forniranno i rimanenti fondi.
Inoltre i membri fondatori della EAC hanno deciso, in
collaborazione con i partner per lo sviluppo, di avviare un progetto di rete
regionale di strade necessario per l’integrazione dell’intera macroarea
dell’est Africa. La rete EAC consiste di cinque corridoi:
corridoio 1: Mombasa - Malaba - Katuna (che collega la
costa del Kenya con Uganda e Ruanda);
corridoio 2: Dar-Es-Salaam - Isaka - Masaka (che collega
la costa a est della Tanzania con l’Uganda);
corridoio 3: Biharamulo - Lockichogio (collegamento tra
est Tanzania Kenya, Uganda e Sud Sudan);
corridoio 4: Tunduma - Nyakanazi (collegamento tra
Tanzania meridionale e orientale);
corridoio 5: Tunduma - Namanga - Moyale (collegamento tra
sud Tanzania, Kenya ed Etiopia).
La rete EAC è una significativa opportunità: i corridoi
1, 2 e 4 sono infatti di importanza per il Burundi; il primo collega il Paese
al porto di Mombasa in Ruanda, il secondo darebbe l'accesso diretto a
Dar-Es-Salaam e il quarto lo collegherebbe al sud della Tanzania lungo il lago
Tanganyika.
Energia - Il Burundi offre molteplici opportunità nel settore
energetico. L’energia solare ha un potenziale non sfruttato di 18 mw in 6 siti.
E’ possibile pianificare investimenti nel campo dell’energia magnetica ed
eolica sulla riva del lago Tanganica. L'energia idroelettrica conta un
potenziale commerciale di 300 mw non sfruttato.
Necessitano e sono possibili:
- investimenti per il progetto Ruzizi - 143 mw
- investimenti per la produzione di energia idroelettrica
sul sito Mumwendo (Ruvubu) - 80 mw;
- investimenti per il progetto di produzione di energia
idroelettrica (siti Mulembwe-Siguvyaye-100 mw)
- investimenti nel bacino del Ruzzi per il progetto di
produzione di energia idroelettrica - 205 mw –
Esistono, inoltre, molti altri siti per la generazione di
energia idroelettrica; un potenziale per la produzione commerciale di energia
geotermica di 18 mw, non sfruttato; un buon potenziale per la produzione di
energia eolica; un enorme potenziale di sviluppo dell'energia solare.
Nel 2011 il Burundi ha generato 0,21 miliardi di
chilowattora di elettricità da una base di potenza installata di 52 mw
dall’idroelettrico (98,08% della produzione) e termico convenzionale (1,92%).
Il 98,08% della capacità installata è costituito da fonti
energetiche rinnovabili, l’energia idroelettrica per 51 mw.
Energia primaria in Burundi - La capacità totale di energia
elettrica è aumentata nel Burundi su base annua dello 0,95% negli ultimi 20
anni fino a 52 (mw). Nell'ultimo anno, la base di capacità totale installata è
aumentata di 19 mw mentre l'energia idroelettrica ha aggiunto la capacità di 51
mw.
- Biomasse e energia da rifiuti - Assenti
- Energia
geotermica - Assente
Investire in Burundi - Dal 1 gennaio 2009 è in vigore il nuovo Codice
degli Investimenti, risultato di una revisione del quadro normativo per le
imprese volto a migliorare le regole per business e promozione degli
investimenti del settore privato.
Il Codice è applicabile sia agli investitori esteri che
nazionali. Tra le novità va segnalato che tutti gli investimenti sono ora
soggetti a procedure di common law. Il nuovo Codice prevede anche maggiori
garanzie agli investitori stranieri in particolare in relazione all'espropriazione,
alla garanzia del trasferimento di capitali e all'accesso all'arbitrato
internazionale. Il Codice tiene conto anche del regime specifico per gli
investimenti nelle zone franche.
Tra le misure previste:
- Sovvenzioni a favore di investitori con garanzie e
vantaggi previsti nel piano regolatore generale (libertà di stabilimento dei
beni), capitale garantito ad ogni persona senza alcuna discriminazione, libero
trasferimento di capitali stranieri e dei ricavi;
- divieto di qualsiasi nazionalizzazione ed
espropriazione degli investimenti effettuati sul territorio del Burundi, così
tutte le misure di portata equivalente, credito d'imposta per gli investimenti
da parte delle imprese di nuova costituzione;
- semplificazione della legislazione esistente e
armonizzazione con la legislazione in comunità dell'Africa orientale (Kenya,
Uganda, Tanzania e Ruanda);
- creazione di un’agenzia per gli investimenti (API), con
il compito principale di promuovere gli investimenti ed esportare.
Per incoraggiare gli investimenti il Burundi applica gli
incentivi a favore di entrambe le società (estera e nazionale) in forma di
pagamento differito delle imposte sul reddito e di un'esenzione dai dazi di
importazione ed esportazione. Per beneficiare di questi incentivi, tuttavia,
l'investitore deve soddisfare i requisiti speciali riguardanti la dimensione
degli investimenti, il numero di posti di lavoro creati e la posizione del
business. Non vi è alcun obbligo di acquisto dei beni aziendali da fonti locali
ad eccezione delle imprese titolari di licenza d’esportazione che operano nella
zona economica libera (fez). Le aziende che sfruttano gli incentivi fiscali fez
sono tenute ad acquistare prodotti in burundi, laddove possibile.
Non è richiesta una compartecipazione di aziende o
cittadini burundesi in investimenti stranieri o trasferimenti di tecnologie a
soggetti burundesi all’atto dell'investimento. Non è chiesto che la quota di
proprietà straniera nel capitale di investimento debba essere ridotta nel
tempo. Il Burundi non impone condizioni al rilascio del permesso di investire,
ad eccezione delle società che richiedono gli incentivi speciali, quali le
agevolazioni fiscali previste dal Codice degli Investimenti. Gli investitori
non sono tenuti a rivelare informazioni riservate al governo, il Burundi non
impone alcun visto di residenza discriminatorio o eccessivamente oneroso o permesso
di lavoro che ostacoli la mobilità di un investitore straniero e non interpone
barriere tariffarie che costituirebbero titolo preferenziale alle esportazioni
o discriminatorio per le politiche di importazione.
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