Rischia la galera chi appicca il fuoco in campagna. Sindaci in campo a sostegno della agricoltura tradizionale.



E’ illecito pulire i castagneti bruciando i residui agricoli. La giunta municipale di Castiglione del Genovesi adotta una delibera a sostegno della tradizionale pulizia dei fondi agricoli ed a tutela dell’agricoltura di montagna.   
“Bruciare le sterpaglie in campagna non può essere reato penale – motiva il  Sindaco Mario Camillo Sorgente – Gli agricoltori che puliscono i fondi agricoli bruciando rami o ricci di castagne non possono essere considerati criminali.”
A norma del Decreto Legislativo n. 152 del 2006 (cd. Codice dell'Ambiente),  e successive direttive e leggi in materia, la combustione sul campo dei residui vegetali derivanti da lavorazione agricola e forestale si configura come illecito smaltimento di rifiuti, sanzionabile penalmente con l'arresto. Quindi, pulire i castagneti bruciando sfalci, ricci e residui di potatura sul campo può costare la galera se si appicca il fuoco a rifiuti abbandonati o depositati in maniera incontrollata in aree non autorizzate. Il reato è punibile con la reclusione da due a cinque anni ed il  responsabile è tenuto al ripristino dello stato dei luoghi, al risarcimento del danno ambientale e al pagamento, anche in via di regresso, delle spese per la bonifica.


“La normativa in vigore penalizza una pratica agricola tradizionale per le nostre campagne  – continua il primo cittadino di Castiglione del Genovesi – Oltre ad innescare altro deterrente al comparto della castanicoltura, fonte primario dell’economia di questo piccolo Comune dei Picentini, già in ginocchio per l’attacco del cinipide cinese.” 
Dissenso contro tale norma restrittiva arriva da più parti. A sostegno della tutela di una eccellenza agricola locale e di una rilevante risorsa economica territoriale giungono più voci dalla rete su cui Mario Camillo Sorgente ha riportato la problematica.
“E’ sconcertante  che, per quanto si parli di investire sul sud, si sia deciso di adottare una legge scellerata che sanziona pesantemente i produttori di castagne CAMPANI che smaltiscono gli scarti di potatura e i ricci bruciandoli sul posto – fa eco il sindaco di San Mango Piemonte Alessandro Rizzo al suo collega Sorgente -  La stessa pratica, in altre regioni, è legittima. Considerare lo scarto di potatura rifiuto speciale costringe i produttori a sostenere costi elevatissimi per lo smaltimento e ciò li rende ancor meno competitivi rispetto ai loro colleghi di altre regioni, i quali non solo non partono così svantaggiati, ma addirittura una porzione di potatura, quella qualificabile come legname, la vendono ricavando profitto. Non ci lamentiamo poi se l'agricoltura muore e soprattutto non rimettiamo ai sindaci il compito di incentivarla!”

Confidando nelle disposizioni in materia di combustione controllata di materiali vegetali di origine agricola contenute nelle “disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali” della legge di stabilità del novembre scorso, i Comuni, tenuto conto delle specifiche peculiarità del territorio, con propria ordinanza, possono individuare le aree, i periodi e gli orari in cui è consentita la combustione controllata, sul sito di produzione, del materiale vegetale di origine agricola, suddiviso in piccoli cumuli e in quantità giornaliere non superiori a tre metri stero per ettaro, mediante processi o metodi che in ogni caso non danneggino l'ambiente né mettano in pericolo la salute umana. 


NICOLA VITOLO

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