Questi i sentimenti
che traspaiono dalle parole dei cittadini per l’ignobile razzia compiuta
all’interno della sacrestia della Chiesa di Santa Maria, in pieno centro urbano
del caratteristico comune picentino.
«È un episodio che ci ha colpito molto – afferma
don Gerardo Lepre – un atto sacrilego che ci lascia davvero sconcertati». Il
giovane parroco, giunto ad amministrare la parrocchia dei Santi Nicola e Matteo
da poco più di due mesi, ha notato anche che i ladri hanno sottratto la palma
ricoperta d’argento dalla mano della statua lignea di San Magno.
La notizia della
ruberia ha fatto aumentare in paese rabbia e frustrazione per il susseguirsi degli
atti delinquenziali che minano la sicurezza della popolazione e toccano la
gente nei loro valori più cari. I sanmanghesi, già segnati dalle recenti scorrerie nel locale cimitero
con profanazione di tombe e loculi, chiedono rispetto e sicurezza. Chiedono
controlli e argini a questo fenomeno malavitoso che rischia di andare oltre
misura.
Non credono a
motivazioni strane o imputabili a sette sataniche, ritengono questi ladrocini il
segno del tempo che stiamo vivendo, della crisi e del bisogno. Di fronte alle
difficoltà di dover sopravvivere, alcuni si arrangiano come possono, anche con
la delinquenza. Le profanazione cimiteriali e degli oggetti sacri è indice di
degrado e immoralità a cui bisogna rispondere con energia e risolutezza.
«La sicurezza dei ns.
concittadini ci sta a cuore – ribadisce il sindaco Alessandro Rizzo – abbiamo
già predisposto la progettazione di un
sistema integrato di sorveglianza nei punti sensibili del paese. Siamo in
attesa delle risorse necessarie alla sua attuazione.”
NICOLA VITOLO
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