Buon 2017 al mondo Pro Loco salernitano con un augurio speciale al Cilento ed agli amici cilentani.

E’ il primo dell’anno 2017 e ripensando al vecchio 2016, alle cose fatte, dette, realizzate, proposte, condivise,  mi sorge spontaneo il desiderio di far gli auguri di buon anno a due amici cilentani. Due persone accomunate dalla passione per la propria terra e le proprie origini. Due persone con le quali condivido un volontariato di promozione territoriale mai domo e sempre propositivo. Pur nelle differenze ambientali e, soprattutto, caratteriali, accomuno questi due coriacei cilentani, per rivolgere loro i migliori auguri per un 2017 di pace, prosperità  e gratificazione. A loro, degni figli di un aspro e seducente Cilento, alla loro terra madre di gente tenace, laboriosa, schietta e cordiale auguro migliori fortune per nuove strade di sviluppo locale che diano riconoscenze al loro impegno promozionale e dignità ad un territorio sedotto ed abbandonato dalle vie della ribalta.
Gli auguri partono dalla fine estate scorsa in cui, girando un po' per la provincia di Salerno, ho trascorso un paio di giorni sulla costiera amalfitana ed, in successione, un paio di giorni su quella cilentana. In entrambi i casi l'arrivo ed il rientro dalle località delle due coste s'é rilevato una avventura. Se sulla divina costiera ci sono stati rallentamenti e blocchi dovuti all'intensità del traffico turistico commerciale, sulle strade cilentane, invece, anche in presenza di uno scarso traffico veicolare, si sono susseguiti rallentamenti e blocchi.  Attraversare il Cilento servendosi della superstrada o della strada costiera é stata
un avventura. Agropoli é  la linea di demarcazione di un traguardo di partenza ed arrivo  di un percorso "camel trophy" che si contorta a sud in uno sgarrupato territorio abbandonato al suo destino.
E se Cristo s'è fermato ad Eboli, ad Agropoli s'è fermato l'asfalto, il trasporto, la politica del fare. Ad Agropoli nascono e muoiono i progetti ed i sogni di riscatto di un Cilento tanto ricco di risorse ed attrattive quanto vilipeso ed abbandonato.  E' qui una terra di mezzo che è il limbo tra il paradiso turistico della divina costiera e l'inferno delle strade cilentane.
Al via vai continuo, incessante, caotico di motorini, auto di lusso e non, pulman e taxi, della costiera amalfitana si contrappongono isolate colonne di automezzi silenziosi e polverosi che s'avventurano su solitarie strade dal consunto asfalto roso dal sole cocente e scavato da piogge battenti.
Abituati ad un percorso costiero di rara bellezza dove ogni curva nasconde scenari di rocce ingabbiate in rigogliosa macchia mediterranea tuffata in un profondo mare blu splendente, ogni ansa s'affaccia a picco sulle cento perle di spiagge amalfitane, raggiungibili per lo più solo via mare, e dove la cromia delle abitazioni si staglia come perle su una collana di nero asfalto, diventa ostico digerire un itinerario che s'inerpica tra tornanti solitari immersi tra ulivi e sterpaglie, che si allunga su ansiosi viadotti, che costeggia borghi fantasma e lucenti ruscelli, che s'immerge tra solitarie e sinistre colline, che s'avventura su sgarrupate strade calanti a picco, senza barriera alcuna, su un mare verde corallo che stride con i colori di una costa arsa dal fuoco dell'incuria e dell'abbandono.
Incantati da una costiera multiculturale e multilingua, dalle mille luci e dalle mille iniziative, dal respiro internazionale e dalle attrattive mondiali, si resta frastornati dal selvaggio fascino ambientale di un Cilento da scoprire e valorizzare, di un entroterra incontaminato dalla globalizzazione, di una costa vogliosa di volare oltre la linea dell'orizzonte ma pur sempre rispettosa delle sue radici rural-marinare.
Può il Cilento rimanere ancora rintanato nella sua semplice ed umile quotidianità storico-naturale che ne fa un ambiente di ricerca e studio di livello mondiale?
No! Non lo vogliono i cilentani. Non lo vuole l'imprenditoria agricola, artigianale e turistica. Né  il terzo settore e l'associazionismo no profit. Tutti insieme sognano un futuro di sviluppo e valorizzazione. Ne è prova l'attivismo economico turistico di imprenditori e volontari  che apre nuove corsie di collegamento per travalicare  l'isolamento infrastrutturale ed esportare, coi tempi e le modalità della comunicazione moderna,  quella cilentanitá tanto apprezzata e studiata ben oltre i confini territoriali.
Ed allora al Cilento tutto ed ai cilentani volenterosi come Gino e Paolo, vanno i migliori auguri per un 2017 di riscatto e gratificazione per l’impegno profuso alla valorizzazione di una terra campana da sempre crocevia di popoli e tradizioni. A Gino e Paolo che, considerate le barriere di una viabilità reale disastrata e disastrosa, si attivano a percorrere le nuove vie di comunicazione offerte dalle strade virtuali per la promozione di eventi e risorse di un territorio dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco, auguro che, in un futuro prossimo venturo, possano essi essere artefici coinvolgenti di una comune e diffusa progettazione atta a raggruppare tutte le forze del volontariato locale intorno ad eventi ed iniziative aventi come unico beneficiario il Cilento
Che il 2017 sia un anno di intesa, concordia ed operosità fruttuosa, per lo sviluppo dei nostri territori salernitani ed il benessere dei nostri figli.

Nicola Vitolo 

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