Sono cercati dal 28% dei
potenziali turisti del web. Ma le previsioni ci vedono in potenziale crescita
del 20% nei prossimi 3 anni.
L’area della Penisola
Sorrentina, della Costiera Amalfitana e di Paestum è quella che negli ultimi 3
anni ha puntato di più sul web in Italia. Lo rileva una indagine di
Marketing01, la prima agenzia Google in Italia per il comparto del turismo,
anche sulla base di dati Google e DigItalia su campione di 500 strutture
ricettive. Se nel 2014 il 44% delle aziende del settore non aveva un sito
internet o ne aveva uno obsoleto o non aggiornato, oggi questa percentuale si è
ridotta al 29%, con una crescita significativa anche per gli aspetti legati
alla qualità del sito e dell’indicizzazione sui motori di ricerca.
Un dato molto
significativo che si unisce a quello delle ricerche sull’area: il 28% delle
ricerche sul web di potenziali turisti in Italia riguarda proprio queste zone
(in riferimento a città, luoghi, punti di interesse). Due dati che permettono
di tracciare anche una previsione di tendenza: le ricerche potrebbero aumentare
del 20% nei prossimi 3 anni, una grande potenzialità che certamente potrebbe
trasformarsi in presenze effettive presso le strutture ricettive della zona.
“I dati del turismo sono
buoni, solo negli ultimi mesi l’aumento di presenze è stimato tra il 2 ed il
4%. Ma dalle analisi del web appare chiaro che le potenzialità sono molto
superiori. Gli imprenditori della zona sembra abbiano abbastanza compreso
l’importanza strategica del web marketing, anche se purtroppo solo il 10% delle
aziende è visibile all’estero, nei paesi da cui vengono i maggiori flussi
turistici. - ha dichiarato Paolo Bomparola, Amministratore della Marketing01 -
In sostanza gli imprenditori hanno fatto molto ma occorre fare ancora di più
per cogliere la “domanda” che esiste e quella che probabilmente si svilupperà
prossimamente.”.
“ Ormai il turista si
informa, legge, sceglie e prenota attraverso il web. - ha aggiunto Paolo Bomparola
- Ad oggi quasi il 70% delle imprese attive sul web si affida ad aggregatori di
offerta come Expedia o booking.com, una strategia ovviamente legittima ma che
rischia di impoverire l’offerta, sia a causa degli importanti fee che queste
multinazionali trattengono, sia per una concorrenza che si basa principalmente
su fattori economici e di “sconto”. Occorre invece che le aziende a questo
punto maturino ancora di più, con proprie strategie di web marketing che
permettano di lasciare interamente sul territorio i proventi del turismo, che
potrebbero essere così re-investiti e creare opportunità di lavoro. Molto si
può fare poi sul fronte “estero” Per questo i seminari gratuiti che abbiamo
organizzato non avranno lo scopo di parlare di tematiche generali, ma di illustrare
praticamente agli iscritti come il web possa aumentare in modo significativo le
prenotazioni per la propria struttura”.
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