Al via le amministrative comunali a San Mango: tre candidati per la poltrona di Sindaco.


Si riscalda il clima politico a San Mango Piemonte in vista delle  amministrative del 10 giugno prossimo.  Inaugurata sabato sera la sede del comitato elettorale della lista “Insieme per San Mango” che candida a Sindaco Francesco Di Giacomo, un commercialista salernitano. 
L’avvocato Alessandro Rizzo, sindaco dal 2008 fino a giugno prossimo, non si rimette in gioco per il terzo mandato, consentito nei comuni fino a 3000 abitanti. Ne tantomeno si ripropone quale candidato consigliere, mettendo così fine al “Futuro Possibile” che esordì dieci anni addietro sconfiggendo “Intesa per San Mango”.   
Dei quattro uscenti consiglieri di maggioranza due si ricandidano tra i dieci componenti  la lista “Insieme per San Mango”:  Marco Pastore, assessore, ed Eliana Villari.  Gianbenedetto Chiurmino, subentrato a Rosario Vitolo dimisionario, non riprova la candidatura. L’altro consigliere di maggiornaza, Mariano Vitolo, attuale vicensindaco, accreditato candidato per il dopo Rizzo, defilatosi  dal correre per primo cittadino di San Mango Piemonte, sponsorizza la candidatura del Di Giacomo coordinando l’attività politica della compagine elettorale.
In dirittura d’arrivo la presentazione ufficiale anche della lista “Aria Nuova” capeggiata da  Ugo Ronga, consigliere di minoranza uscente. Il luogotenente della Marina in quiescenza , dopo essere stato superato da Rizzo per un solo voto nella tornata elettorale del 2013, si ripropone per la carica di Sindaco del suo paese nativo e residenziale, con una squadra di candidati consiglieri largamente rinnovata e rappresentativi del territorio. 
Anche l’altro consigliere di minoranza, Francesco Plaitano, ha assicurato la partecipazione alle amministrative di giugno con la lista “Impegno e Lavoro per San Mango” di cui sarà candidato Sindaco. Ancora imprecisata la lista di chi lo accompagnerà in questa tornata elettorale comunale. Pare che a supporto di Plaitano sindaco, si impegneranno quale condidati consiglieri, due ex-dipendenti comunali di San Mango Piemonte in pensione. 
Con le prossime elezioni amministrative i circa 2100 sanmanghesi, suddivisi in due seggi elettorali, elegerranno la nuova amministrazione comunale per il prossimo quinquennio che sarà composta non più dal Sindaco e sei consiglieri (4 di maggioranza e 2 di minoranza), bensì dal Sindaco e da dieci consiglieri comunali (sette di maggioranza e tre di minoranza). Non subisce variazione la giunta comunale che rimane fissata a tre membri, il sindaco affiancato da due assessori scelti dal primo cittadino tra i suoi consiglieri eletti. 

Finagricola, delegazione cinese a Battipaglia: protagonista il pomodoro della Piana del Sele

Si è svolto nella giornata di mercoledì 18 aprile a Battipaglia l’incontro tra il direttore Generale del Departement of Finance Ministry of Agriculture and Rural Affairs Ph. D Tao Huaiying, il Vice Ministro dell’agricoltura, P.R. Cina Tao-Lin Zhang Ph.d, il direttore Generale del Rural Energy & Enviroment Agency – Ministry of Agriculture and Rural Affairs, P.R China Wang Jiuchen e Fabio Palo, direttore commerciale dell’azienda Finagricola, che ha portato la delegazione cinese a visitare l’intero processo produttivo del pomodoro della Piana del Sele.
Complice di questo appuntamento il fisico del Cnr Pasquale Mormile che da 12 anni segue questo interessante progetto di ricerca, avviato nell’ambito degli Accordi di Cooperazione Internazionale tra il Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche) e la Caas (Chinese Academy of Agricultural Sciences) e che affronta tematiche che vanno dal risparmio idrico in agricoltura a metodiche innovative per la sterilizzazione dei terreni.
La visita, a porte chiuse, è stata breve ma intensa e ha visto Fabio Palo raccontare in prima persona una dettagliata ed esaustiva presentazione di Finagricola, toccando tutti gli aspetti salienti, dalla compagine alla storia, dall’organizzazione alla produzione, dai controlli di qualità alle certificazioni, dai prodotti di punta all’impatto sui mercati nazionali ed internazionali.
Il vice ministro, molto incuriosito e affascinato dall’azienda in cui si trovava, e che conosceva solo sulla carta, ha chiesto al Dr Palo ulteriori chiarimenti e dettagli riguardo questioni trasversali che andavano dalla ricerca alle problematiche ambientali, dall’uso di film plastici fino al loro riciclo.
In Cina non esistono realtà aziendali come Finagricola e grande è stato l’interesse per l’organizzazione di Finagricola, per la sua modernità e per la capacità di porsi sui mercati, oltre che dell’eccellenza del prodotto agricolo finale.
“I cinesi sono rimasti molto colpiti dal notevole livello che abbiamo in Italia sulla sicurezza agroalimentare – commenta Fabio Palo – e quindi avevano necessità di conoscere e capire quali tecniche vengono utilizzate per realizzare prodotti privi di residui antiparassitari. Mi sono divertito a raccontare la nostra “semplice” tecnica di coltivare i pomodori non a pieno campo, che sarebbe più bucolico ma più dannoso, ma in serre fredde – ovvero che non possiedono alcun tipo di riscaldamento artificiale e quindi non causano una coltivazione forzata – dove le piante vengono maggiormente protette dalle avversità ambientali e climatiche. Inoltre così riusciamo a impollinare in maniera naturale i fiori introducendo i bombi e ad avere un controllo idrico personalizzato su ogni pianta, una vera e propria razionalizzazione ed ottimizzazione nella gestione delle risorse idriche”.
Fare qualità creando le condizioni ottimali per la crescita della pianta quindi, qualità che hanno testato sul campo assaggiando i pomodori pizzutteli a crudo e di cui hanno elogiato dolcezza e acidità, caratteristiche per loro assolutamente anomale visto che non sono soliti mangiare pomodori crudi ma solo cotti.
Un incontro che è stato soprattutto uno scambio di metodo e ricerca, anche per Palo che spera di andare presto a verificare di persona i loro metodi di coltivazioni basati su alte tecnologie innovative quali l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nelle colture, per un’agricoltura 4.0 che per noi è ancora utopia ma che potrebbe presto diventare realtà, oltre a offrire sul mercato cinese il prodotto Così Com’è, pomodorino in barattolo di alta qualità e dalle preziose proprietà organolettiche.

Al Giffoni Film Festival selezionati i primi titoli in concorso: ecco i nomi

“E’ sempre un dolore non selezionare tante delle opere che ci vengono presentate, così come è una grande responsabilità accettare quelle che andranno poi a comporre il corpus della selezione da presentare alle giurie. Ogni film viene visto e analizzato con cura, amore e rispetto”. Con queste parole il direttore di Giffoni Experience, Claudio Gubitosi, commenta il lavoro di selezione dei film che saranno in concorso alla 48esima edizione del Giffoni Film Festival, in programma dal 20 al 28 luglio. Ben 4500 le opere in preselezione – tra corti e lungometraggi – che il team della direzione artistica di Giffoni sta valutando.
“La selezione dei film per le varie sezioni del Festival – continua – è un complesso processo culturale e organizzativo. E’ un compito difficile quello del selezionatore, perché la sua figura è chiamata a scontrarsi e a combattere continuamente con le proprie scelte e con l’esigenza di portare ai ragazzi storie da vivere. Il team di Giffoni su questo ha una lunghissima esperienza. Il lavoro definitivo, poi, è contraddistinto da un ulteriore seguito che è quello di lavorare in squadra su tutte le sezioni”.
Storie delicate e allo stesso tempo capaci di toccare le corde emotive più profonde. La prima rosa di lungometraggi da proporre ai 5601 giurati inizia così a prendere forma, e sono sette le sezioni competitive in cui saranno presentati: Elements +3 (dai 3 ai 5 anni), Elements +6 (dai 6 ai 9 anni), Elements +10 (da 10 ai 12 anni), Generator +13 (dai 13 ai 16 anni), Generator +16 (dai 16 ai 17 anni), Generator +18 (18 anni in su) e Gex Doc (sezione dedicata a docenti e filmgoers). Come da tradizione saranno proprio i giurati, provenienti da 52 Paesi, a decretare i vincitori del Gryphon Award. Ecco i primi titoli selezionati:
ELEMENTS +3
Alla giuria più giovane del Festival è dedicato “My giraffe” (Olanda/Germania/Belgio, 2017) di Barbara Bredero. Il miglior amico di Patterson è Raf, una giraffa. Quando entrambi raggiungono l’età per andare a scuola, sono felicissimi. Il primo giorno, Patterson mette nel suo zaino la merenda destinata al compagno ma, ben presto, scopre che nella sua scuola nessun animale ha il permesso di entrare. Fortunatamente il bambino elaborerà un piano per portarlo con sé.
ELEMENTS +6
Amicizia, rapporto padri e figli, culture apparentemente lontane, piccole e grandi sfide che accomunano i percorsi di crescita dall’infanzia all’adolescenza: è il filo conduttore della sezione Elements +6. Si parte da “Running like wind” (Cina, 2017) di Zhong Hai che ci mostra, in modo divertente, la frustrante vita di un allenatore di calcio femminile nella provincia di Hainan in Cina. L’opera delinea un forte spirito sportivo quale metodo per affrontare al meglio la gioventù e, con un tocco di umorismo, racconta la cultura e le aggraziate tradizioni asiatiche. Torna, invece, al Festival la regista Dorte Bengtson. Dopo lo short-film “Vitello Dig a Hole” – presentato nel 2015 sempre in questa sezione – è la volta del lungometraggio “Vitello” (Danimarca, 2018). Vitello vive con la madre in una piccola abitazione a schiera vicino alla tangenziale. La sua vita è quella di un normale ragazzo della sua età se non fosse per un piccolo particolare: non ha un papà o, per lo meno, non sa chi sia. Sua madre non gli è di grande aiuto e aggira ogni sua domanda con un semplice: “È un mascalzone”. Ciò non è abbastanza per il ragazzo, che decide di mettersi alla ricerca del genitore. Con “Super furball” (Finlandia, 2018) di Joona Tena, invece, si affronta l’adolescenza con un tocco di magia. Emilia ha 11 anni e vive in un sobborgo di Helsinki con sua madre. La ragazza crede di essere noiosa e impopolare rispetto alle altre sue coetanee, fino a quando un porcellino d’india la condurrà in una serie di avventure sorprendenti.
ELEMENTS +10
Storie di formazione impresse sul grande schermo e capaci di parlare dritto al cuore dei giurati: i lungometraggi dedicati agli Elements +10 non deluderanno di certo le aspettative del giovane pubblico. Basato sull’omonimo libro per bambini, “Rosie & Moussa” (Belgio/Olanda, 2018) di Dorothee Van Den Berghe è un racconto di amicizia, crescita e coraggio. Il film ci mostra la complessa situazione familiare di Rosie, appena trasferitasi in un’altra città e con il padre in prigione. La ragazza troverà in Moussa un supporto alle difficoltà. È basato su una storia vera, invece, “zoo” (Irlanda/Canada 2017) di Colin Mclvor. Durante i bombardamenti aerei tedeschi di Belfast nel 1941, Tom lotta per salvare Buster, un cucciolo di elefante. Protagonista dell’opera è Art Parkinson, che ha interpretato Rickon Stark ne “Il Trono di Spade”. L’attore è presente anche in “I Kill Giants” selezionato per i Generator +13. Si continua con “The witch hunters” (Serbia/Macedonia, 2018) di Rasko Miljkovic. Jovan, un bambino di dieci anni, soffre di una parziale paralisi cerebrale, condizione che ha modellato la sua esistenza e che gli ha fatto credere di passare inosservato agli occhi degli altri. Grazie alla fantasia e al potere dell’immaginazione, si rifugia spesso in un mondo fantastico in cui è libero di essere chi vuole e di avere quei poteri da supereroe che tutti sognano. La sua routine viene però rotta dall’amicizia con Milica. La ragazza lo inviterà ad aiutarla a liberare suo padre dalla nuova moglie, la matrigna che crede essere una strega. Veniamo trasportati con “The war game” (Svezia, 2017) di Goran Kapetanovic nella vita di Malte, un solitario ragazzo di 11 anni con la passione per i giochi dalle strategie complesse. Quando il giovane finisce nel bel mezzo di un conflitto tra due cortili, trova un uso pratico alle sue teorie. Troppo tardi si accorge che la sua interferenza rende il gioco reale, tanto da provocare una vera guerra. Riuscirà a fermarla?
GENERATOR +13
L’incontro tra fantasia e realtà, la complessità delle prime relazioni e il rapporto tra genitori e figli sono alcuni dei temi al centro della sezione Generator +13. Ricompare in “I kill giants” (Belgio/Inghilterra/Usa, 2017) di Anders Walter l’attore Art Parkinson, già protagonista di “Zoo” per la sezione Elements +10. L’ominima graphic novel “I Kill Giants” – a cui è ispirato il film – racconta la storia di una ragazza che scappa dalla sua difficile realtà in una vita fantastica dove ha più potere. Zoe Saldana (la Neytiri di “Avatar”) interpreta il ruolo della signora Mollé, psicologa e confidente della protagonista Barbara (Madison Wolfe) una giovane in lotta contro mostri e fantasmi reali e irreali. Con “Meerkat moonship” (Sud Africa, 2017) di Hanneke Schutte incontriamo Gideonette, una ragazza timida e visionaria sul cui nome si cela una maledizione di famiglia. Sembra, infatti, che ogni “Gideon” sia morto in un bizzarro incidente. La giovane non sembra prestare ascolto alle preoccupazioni familiari ma una serie di incredibili eventi potrebbero dissuaderla, insegnandole che nessuno può nascondersi dalla morte.
GENERATOR +16
Mettono a confronto leggerezza e preoccupazioni degli anni più belli i film scelti per i Generator +16: un viaggio nei piccoli e grandi ostacoli della ricerca e affermazione di se stessi. Tati e Renet sono i protagonisti di “rust” (Brasile, 2017) di Aly Muritiba. I due studenti delle scuole superiori cominciano a scambiarsi messaggi sui social media, ma la loro relazione termina quando in rete finisce un video intimo di Tati. La vergogna per l’accaduto e la separazione dei genitori di Renet mettono a dura prova il loro rapporto. Riusciranno a recuperare i pezzi? È il racconto di un’adolescenza difficile “Night comes on” (Usa, 2018) di Jordana Spiro, al suo primo lungometraggio ma già protagonista di diverse serie tv. Angel LaMere viene rilasciata dal centro di custodia minorile alla vigilia del suo diciottesimo compleanno. Ossessionata dal suo passato, intraprende con la sorella di dieci anni un viaggio che potrebbe distruggere per sempre il suo futuro. Esordio alla regia anche per Banu Sivaci con “The pigeon” (Turchia, 2018). È solo sul tetto della casa dei suoi genitori, sopra i vicoli di una baraccopoli di Adana, in compagnia dei suoi adorati piccioni, che Yusuf può trovare pace ma soprattutto può ritrovare se stesso. L’amore come cura alle ferite del passato è, invece, il tema di “Air” (Germania, 2017) di Anatol Schuster che per la prima volta firma un lungometraggio. Louk è profonda come il mare. Manja è pura come l’aria. Il loro amore significa non avere paura, non mentire e non lasciare tracce. Ma quando Manja si rende conto che l’idealismo di Louk nasconde una ferita profonda, lasciata dalla perdita di sua madre, la aiuta a dire addio al passato e impara a lasciarsi andare.
GENERATOR +18
La complessità dei rapporti in contesti non sempre facili: è il percorso proposto ai Generator +18. Con “Brothers” (Olanda, 2017) di Hanro Smitsman si viene proiettati nel dramma di Hassan e Mourad alla ricerca del loro fratello minore, Yasin, un presunto estremista nella Siria dilaniata dalla guerra. Cambio totale di contesto per “The hungry lion” (Giappone, 2017) di Ogata Takaomi, qui un insegnante di liceo viene arrestato con l’accusa di avere avuto rapporti sessuali con una minorenne. Ad entrare nell’occhio del ciclone sarà la giovane Hiromi, accusata di essere stata ripresa dall’insegnante in un video hot divenuto virale. La ragazza dovrà fare i conti con gli haters che la maltrattano online e nella vita reale. Conosciamo Theo con “Fake tattoos” (Canada, 2017) di Pascal Plante. Il giovane trascorre il giorno del suo diciottesimo compleanno da solo, ubriacandosi durante un concerto punk rock. Qui incontra Mag, un’adolescente che lo invita a passare la notte a casa sua. Tra i due inizia una storia d’amore ma presto Theo dovrà trasferirsi lontano dal suo doloroso passato. Diverso è il percorso narrativo scelto per Michael inside (Irlanda, 2017) di Frank Berry. Protagonista è Michael McCrea (Dafhyd Flynn) un 18enne irlandese che vive con suo nonno Francis (Lalor Roddy). Il ragazzo non frequenta le migliori compagnie, tanto che un giorno un amico gli chiede di nascondere un sacchetto di droga per suo fratello. Il giovane accetta e decide di riporre le sostanze stupefacenti nella sua camera da letto, ma la mattina seguente la polizia perquisisce l’appartamento e Michael viene catturato e condannato a tre mesi di carcere.
GEXDOC
Si basano su storie vere, narrate in forma di documentario, le opere scelte per Gex doc. Si parte con lo straziante “Death of a child” (Danimarca, 2017) di Frida e Lasse Barkfors. L’opera è un’esplorazione della vita dei genitori che hanno causato la morte dei propri figli, spiegando allo spettatore le situazioni che hanno provocato questa tragedia. Il racconto sembra scatenare una rabbia sociale e delle condanne specifiche. Perché un genitore dimentica il proprio figlio in macchina? Primo lungometraggio da regista, invece, per Ayelet Albenda che al Festival porta “In my room” (Israele, 2017). La storia si svolge nelle stanze di sei adolescenti, il film viene interamente raccontato dai video autoprodotti dai ragazzi e pubblicati su YouTube. Non si tratta di stelle della rete ma solo di giovani che parlano a se stessi e a chiunque sia disposto ad ascoltare. Una ragazza Swazi intraprende una pericolosa missione per salvare i suoi giovani fratelli gemelli in “Liyana” (Qatar/Svizzera/Usa, 2017) di Aaron e Amanda Kopp. Si tratta di una favola africana animata nata dall’immaginazione di cinque bambini orfani dello Swaziland. Una storia di perseveranza attinta dai loro ricordi più oscuri e dai loro sogni più luminosi. Il viaggio del loro personaggio immaginario è intrecciato con scene documentaristiche poetiche. Diverso il tema di “Imposed piece” (Belgio, 2017) di Brecht Vanhoenacker, si tratta di una cronaca cinematografica basata su uno dei più prestigiosi concorsi per violino: the Queen Elisabeth. Attraverso questo documentario, il pubblico incontra alcuni dei dodici finalisti e segue la loro intensa preparazione. Questi musicisti giovani e talentuosi hanno finalmente la possibilità di esibirsi come solisti dopo anni di pratica e sacrifici. A poco a poco, il film rivela come si preparano, come affrontano lo stress e come riflettono sul loro passato e futuro.
TEMA
Tema scelto per il 2018 “Aqua”, un filo rosso che apre la mente a numerosi spunti di riflessioni e che accompagnerà il Festival – fino al 2020, anno in cui “Giffoni” festeggerà il suo 50ennale – in una trilogia incentrata sulla tutela e salvaguardia del pianeta.

Lampada di San Francesco, l’olio arriva dalla Campania

La Campania protagonista delle celebrazioni dedicate a San Francesco. Partirà dalla Campania l’olio per la lampada votiva “Luce di San Francesco” e rappresenterà tutte le regioni italiane.
“Sarà una festa all’insegna della pace, della fraternità, così come Francesco ha testimoniato – dice il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo metropolita di Napoli – soprattutto all’insegna del dialogo, del rispetto e della promozione della dignità dell’uomo”.
Un evento che il presule definisce “del tutto speciale” perché “mette insieme due realtà: ecclesiastica e civile”.
E’ nelle parole di San Francesco, negli ideali del santo di Assisi che “si trova la risposta alla violenza, al bullismo”, come spiegato da don Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del Sacro convento di Assisi. “Abbiamo bisogno di modelli che ci aiutino a fare pace dentro di noi, Francesco in questo è l’uomo che ci aiuta a riconoscere le potenzialità e limiti che abbiamo dentro – afferma don Fortunato -. L’altro aspetto è la ricaduta sul piano sociale. Penso alle scuole, ai momenti aggregativi della nostra società. Abbiamo bisogno di una anima pacificante altrimenti il rischio è di una spirale che genera violenza”.
La Campania donerà ad Assisi un albero di Natale e il presepe, lo stesso che è stato già esposto in Piazza San Pietro, a Roma. La lampada di San Francesco sarà accesa, come da prassi, dal sindaco della città capoluogo di regione, mentre il governatore campano terrà un discorso alle altre regioni. E’ in questa doppia veste delle celebrazioni per il santo patrono di Italia che risiede la particolarità di questo evento.
Per la Campania quello di quest’anno sarà il quinto pellegrinaggio nella città di San Francesco, dopo le visite, con l’offerta dell’olio, del 1944, 1961, 1979 e 1998. “In letizia, nonostante tutto” è il messaggio dei vescovi sella Campania in occasione del pellegrinaggio ad Assisi per la solennità di San Francesco.

Dalla Campania sono attesi 10 mila pellegrini.

Archeologia, nuova luce sul sito di Pontecagnano: parte il restauro della Tomba a camera dipinta

Presentato nella sede della Soprintendenza di Salerno, a Palazzo Ruggi, il progetto di restauro della Tomba a camera dipinta del III secolo a.C. di Pontecagnano. All’iniziativa sono intervenuti: Francesca Casule, soprintendente Abap di Salerno e Avellino; Mariagiovanna Riitano, direttore del Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale dell’Università di Salerno; Luigina Tomay, direttore del Museo Archeologico di Pontecagnano; Luca Cerchiai, professore di Etruscologia e Archeologia dell’Università di Salerno; Rosa Maria Vitola, funzionario e responsabile del progetto Art Bonus della Soprintendenza di Salerno e Avellino; Michele Faiella, funzionario per la Promozione e Comunicazione – responsabile dell’Ufficio Stampa della Soprintendenza di Salerno e Avellino. Il progetto è stato inserito nella piattaforma del Mibact di Art Bonus  per il finanziamento dell’intera spesa (7.930,00 euro), chi effettua erogazioni liberali in denaro per il sostegno della cultura, come previsto dalla legge, potrà godere di importanti benefici fiscali sotto forma di credito di imposta. L’Università di Salerno, cosi come ha dichiarato la professoressa Riitano, parteciperà al progetto con un contributo pari a 4 mila euro. Il sito di Pontecagnano, posto a ca. 12 km a Sud di Salerno, è noto per la presenza di un esteso insediamento, impiantato agli inizi del IX secolo a.C. da genti di cultura villanoviana e frequentato senza soluzione di continuità fino alla tarda età romana. Di eccezionale rilevanza sono le testimonianze esposte nel Museo Archeologico Nazionale, dove spiccano in particolare i ricchi corredi funerari delle aristocrazie etrusche risalenti al VII secolo a.C. La città attuale insiste sulla necropoli dell’antico insediamento etrusco-campano, che finora ha restituito quasi diecimila tombe. Nel 2017, durante uno scavo archeologico eseguito per motivi di tutela nella parte settentrionale della città, è stata portata alla luce una monumentale tomba a camera costruita in blocchi di travertino, databile alla seconda metà del III secolo a.C. La sepoltura, preceduta da un dromos di accesso costituito da una rampa, presentava un’ampia camera a pianta quadrangolare con tre letti funebri disposti lungo le pareti. Particolarmente ricco era il corredo dell’inumato collocato sul letto della parete Ovest, di sesso femminile: oltre a numerosi vasi – soprattutto unguentari acromi e decorati a fasce -, sono stati recuperati molti listelli ed elementi in osso pertinenti ad una cassetta lignea, al cui interno erano racchiusi uno specchio in bronzo, una piccola pisside con coperchio a vernice nera contenente polvere da trucco di colore rosa, un pettine e un fuso in osso. Le pareti laterali sono decorate da bende e velari in rosso e in nero, sopra ai quali corre un motivo ad onde in rosso, mentre la parete posta di fronte all’ingresso presenta una scena figurata: al centro due personaggi affrontati, uno maschile a sinistra e l’altro femminile a destra, entrambi con volto di prospetto e braccio destro proteso. Dietro la donna un’altra figura femminile di dimensioni minori, probabilmente un’ancella, incede verso sinistra reggendo un ombrellino parasole. Dietro la figura maschile, invece, è rappresentato un altro uomo di dimensioni minori. Il piano su cui poggiano le figure è reso con una fascia ondulata nera, il che lascia ipotizzare l’ambientazione nell’Ade della scena, che rappresenterebbe dunque l’accoglimento della defunta nell’aldilà da parte di un membro della famiglia. Le pareti della tomba sono sormontate da una cornice aggettante decorata da ovuli alternati in bianco e in nero, conservata solo parzialmente in situ. Grazie alla collaborazione tra la Soprintendenza Abap di Salerno e il Polo Museale della Campania, la sepoltura, dopo lo scavo e il consolidamento preliminare delle pitture eseguito in cantiere, è stata trasportata presso il Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano, dove è stata rimontata in un apposito spazio in attesa del restauro definitivo.
Intervento in quattro fasi
Sarà condotto un restauro conservativo volto al recupero della tomba nel rispetto dei materiali costitutivi e al miglioramento della leggibilità del manufatto, in tutte le sue parti, strutturali e pittoriche. Il progetto prevede i seguenti interventi progressivi: saggi diagnostici di laboratorio (stratigrafia sottile e diffrattometria) al fine di verificare la tecnica pittorica impiegata; consolidamento dei frammenti distaccati della decorazione e riancoraggio ai blocchi di travertino attraverso l’uso di resina acrilica in soluzione (Primal AC33) e successiva stabilizzazione con stuccature di grassello di calce e sabbia di fiume. Nel caso in cui la malta si rivelasse decoesa e molto pulverulenta saranno eseguite infiltrazioni locali di silicato di etile OH al fine di ridare consistenza alla malta e consentire la successiva stuccatura; pulitura con impacchi di carta giapponese ed acetone e, previa verifica attraverso saggi localizzati, pulitura ad umido delle decorazioni pittoriche; reintegrazione pittorica delle abrasioni senza l’uso di colore, consistente nell’abbassare le parti chiare dell’intonaco con acquerello scuro per ridurre l’interferenza visiva della superficie. Tale procedimento consente di lasciare inalterate le pitture originali intervenendo sul supporto e non sulla decorazione vera e propria. In accordo con il Polo Museale della Campania, a cui attualmente afferisce il Museo di Pontecagnano, la tomba 9890 è stata già trasportata e rimontata all’interno del Museo, in uno spazio posto al piano interrato dell’edificio, precedentemente adibito a deposito. Una volta eseguito il restauro della decorazione pittorica, si procederà alla musealizzazione definitiva dell’importante monumento con la ricollocazione dei letti funerari e dei rispettivi corredi. Saranno inoltre installati apparati didattici e audiovisivi che consentiranno di avere tutte le informazioni riguardanti la sepoltura: dallo scavo al recupero degli oggetti di corredo, allo smontaggio e al trasporto in Museo, fino al restauro e all’allestimento definitivo. Particolare rilievo sarà dato all’apporto che il monumento fornisce alla conoscenza delle prime fasi romane dell’insediamento di Pontecagnano, finora poco documentate.

Confindustria Salerno, 12 aziende alla Brera Design Week

Dodici aziende salernitane del settore arredo parteciperanno alla Brera Design Week, l’evento dedicato al design nell’ambito del Salone Internazionale del Mobile, in programma fino al 22 aprile a Milano.
L’iniziativa, organizzata dal Gruppo Design, Tessile, Sistema Casa di Confindustria Salerno e sostenuta dalla Camera di Commercio di Salerno prevede una mostra espositiva dei prodotti di design delle aziende salernitane nella location del Brera District: Officina 22, in Foro Bonaparte 22 a Milano.
“La presenza delle aziende salernitane per il secondo anno consecutivo alla Design Week di Milano – afferma Valeria Prete, presidente del Gruppo Design Tessile Sistema Casa di Confindustria Salerno – è la conferma che i nostri prodotti possono competere per qualità, design ed innovazione in uno scenario internazionale come quello del Salone del Mobile. Anche quest’anno esporremo gli oggetti “made in Salerno” frutto dell’incontro tra le aziende manifatturiere e i giovani designer che hanno partecipato allo Young Factory Design, il concorso di idee indirizzato ad architetti, designer e progettisti under 40 giunto alla sua seconda edizione”.
Di seguito la lista delle aziende e dei prodotti in esposizione alla Brera Design Week: Tekla srl (facciate continue| infissi | porte), Manifatture Tessili Prete (prodotti tessili per la casa in lino), Cianciullo Marmi (marmi), Marmi Sacco (marmi), Lamberti Design (prodotti in acciaio e finiture), Mgr Group (tappezzeria automotive e rivestimenti arredi), Hebanon – F.lli Basile (arredo di lusso), A4 Design (contractor), Opus Mosaici (ceramiche), Marine Leather (pelli per arredo), Dreamness (materassi), Ciesse Cucine (cucine).
Questi i progetti partecipanti allo Young Factory Design e realizzati dalle aziende: Lampada “Totem” realizzata da Opus Mosaici; Piastrella “Gold line” realizzata da Opus Mosaici; Piatto ” play sushi” realizzato da Opus Mosaic; Vestale realizzata da Lamberti design – Manifatture Tessili Prete; Cube realizzato da Cianciullo marmi; Doghe Coffe Table realizzato da Marmi Sacco.
Insieme ai prodotti di design delle aziende campane del Gruppo Design Tessile Sistema casa di Confindustria Salerno parteciperanno nella sezione “Campania Food & Desgin” tre aziende che si sono contraddistinte nella forte sensibilità di unire cibo e design: De Vivo con i suoi Babà e Chips – D’Amico con i vegetali in ‘’Vasi d’Autore’’ e Italiana Vera con sapori e profumi del pomodoro.
L’esposizione – Marèe
L’appartenenza è il concept principale dell’esposizione, curata dall’Arch. Francesco Giannattasio. L’ “essere” una goccia del “nostro” mare, quello della “nostra” terra, è il fil rouge che accomuna le dodici aziende, espressione non solo del proprio Know-How ma di un più ampio networking d’impresa, fatto di sinergia ed empatia tra azienda e designer. L’esposizione è visitabile tutti i giorni da martedì 17 aprile a domenica 22 aprile dalle 10:00 alle 19:00 con ingresso libero
L’evento
A completare il senso di convivialità, di appartenenza e di empatia venerdì 20 aprile, in occasione della Brera District Night, un evento dedicato al binomio Design ed Essere. Durante la Design Week sono previsti Workshop e incontri di networking BtoD (Business to Designer).

Il made in Italy conquista il mondo: boom di food e moda

L’annuale Osservatorio Confimprese Estero segnala la tenuta del comparto che è in crescita del 20% rispetto al 2017 (230 aperture), segno che il retail cerca stabilità anche oltreconfine dopo avere consolidato il business sul mercato domestico.
In arrivo 270 nuovi punti vendita sui mercati globali con una netta predominanza delle aziende food e fashion.
Quanto ai Paesi di destinazione il comparto si spacca in due: il food privilegia l’Europa, Francia in testa, il fashion strizza l’occhio a Russia e Medio Oriente. La Francia, del resto, è il primo Paese europeo nel franchising con 1.900 affilianti e oltre 71.500 affiliati per un fatturato totale superiore a 55 miliardi di euro.
“I retailer del food – afferma Mario Resca, presidente Confimprese (300 marchi commerciali, 30mila punti vendita, 600mila addetti con un fatturato 2017 di 148,5 miliardi di euro) – aprono nuovi punti vendita e store in Francia perché è un mercato di prossimità con un’attenzione alimentare simile alla nostra e un’offerta del cibo che non è destrutturata come nei Paesi anglosassoni. Molte imprese hanno già un network consolidato in tali nazioni dove possono sfruttare economie di scala, logistica, supply chain e controllo della qualità sul cibo. Quanto al fashion i Paesi dell’est europeo e del Medio Oriente sono affamati di marchi italiani che dettano legge in fatto di moda”.

“Columè ”, nasce il primo blend di olio extravergine di olive 100% campano

Al Sol&Agrifood, all’interno di Vinitaly, debutto per “Columè”, il primo blend di olio extravergine di olive 100% campano.
Un progetto dell’associazione di olivicoltori Aprol, sostenuto da Coldiretti Campania. Questa mattina la presentazione dell’innovativo packaging con il presidente di Aprol Campania Francesco Acampora e il vicepresidente Angelo Petolicchio, insieme al presidente di Coldiretti Campania Gennarino Masiello e al direttore regionale Salvatore Loffreda.
L’olio extravergine di oliva Colume è frutto del lavoro di cooperazione tra le aziende olivicole associate, sotto la guida di Coldiretti. Un progetto produttivo a filiera corta e a ciclo chiuso, con il protagonismo degli agricoltori sia nella fase di produzione in campo che di trasformazione in frantoio e infine nella commercializzazione.
Grazie a questo progetto si offre un prodotto in grado di esaltare le peculiarità del territorio della Campania, attraverso un percorso produttivo identitario fondato su tracciabilita’ e qualita’. Colume’  è un blend ottenuto da oli prodotti da diversi olivicoltori della regione accuratamente selezionati e sapientemente miscelati dal panel di assaggiatori dell’associazione Aprol.
Il risultato è un pregiato olio extravergine di oliva le cui qualità sono facilmente riconoscibili e il cui utilizzo è indicato in tutte le preparazioni.
Colume’ é un omaggio allo scrittore romano Lucio Giunio Moderato Columella, che già duemila anni fa, nel monumentale trattato ‘De Re Rustica’, mostrava una conoscenza stupefacente dell’olio di oliva, delle sue caratteristiche e del suo utilizzo per fini sia alimentari che terapeutici, spesso come veicolo per la somministrazione al malato di altre sostanze.

Si conclude ad Olevano la prima edizione di "Dolce Poesia". Valentina, titolare del negozio "Peccati di gola", tenta la vittoria con la sua gustosissima torta all'annurca.


Sabato 14 aprile si terrà ad Olevano sul Tusciano la finale provinciale della prima edizione del concorso itinerante “DolcePoesia”, gara di dolci tipici salernitani abbinata a declamazione di versi d’autori locali. L’evento avrà inizio alle ore 19 presso il frantoio Fierro con la partecipazione dei vincitori delle tappe di Auletta, Baronissi, Battipaglia, Bracigliano, Bellizzi, Eboli, Mercato San Severino, Ogliara, Olevano, Ortodonico e  San Mango Piemonte. A contendersi la vittoria finale per il miglior dolce a base di ingredienti tipici saranno i primi classificati di ogni tappa della iniziativa ideata dalla Pro Loco di Olevano sul Tusciano del presidente Pietro D’Aniello e patrocinato dal Comitato Provinciale UNPLI Salerno presieduto da Mario De Juliis. Da San Mango Piemonte Valentina, titolare di "Peccati di gola", vincitrice della tappa "gustannurca", proverà a conquistare il palato della giuria olevanese con la sua gustosissima ed apprezzatisima torta alla mela annurca.
Ogni dolce in gara sarà presentato con la lettura una poesia di autori salernitani. Faranno da cornice alla manifestazione nella struttura produttivo olevanese, rievocazioni storiche in costume d’epoca ed esibizione di gruppi musicali. Saranno anche ricordate le attività di gemellaggio con le città di Longueville e Wilmington attraverso la degustazione di dolci internazionali. 
Insomma, si prevede un ricco, delizioso ed  ghiotto buffet che metterà a dura prova il palato di ospiti e componenti la giuria di “DolcePoesia” che, sull’onda del tanto gradito successo della prima edizione, si è già avviata nell’itinerario della seconda edizione con la programmazione domenica 29 aprile della prima tappa ad Auletta nell’ambito della IX festa del carciofo bianco.  

Ragazzi, datevi una mossa! esorta Alberto Forchielli con il suo ultimo saggio dedicato ai giovani italiani.

«Voglio fare un’esortazione ai giovani: voglia di studiare, voglia di lavorare (anche usando le mani, anche sporcandole) e poche masturbazioni mentali vi porteranno lontano, nonostante i populisti-fancazzisti che avrete sempre intorno alle balle. E, soprattutto, per tutti, smettete di lagnarvi e guardate al futuro, che sarà migliore anche grazie al vostro contributo. Perciò viva l’Italia.»
Alberto Forchielli è un economista sui generis, anticonformista e schietto. Uno che gestisce un importante fondo di private equity, profondo conoscitore del mercato cinese, uno che viene ascoltato al Congresso degli Stati Uniti come alla Silicon Valley. Uomo globalizzato dal 1980, vive girando il mondo ma è rimasto legato alla sua Italia, della quale impietosamente denuncia i difetti e il provincialismo. 
In questo pamphlet agile e corrosivo vuole scuotere la generazione dei trentenni, rassegnati e letargici, aiutandoli a scegliere fra andare all’estero o restare, e in tal caso combattere per cambiare un Paese che non fa nulla per regalare un futuro ai suoi figli. La sua analisi non fa sconti a nessuno.
Alla generazione dei nostri nonni che hanno ricostruito il Paese dopo la guerra con enormi sacrifici, ha fatto seguito la generazione dei nostri padri (i coetanei di Forchielli) che hanno dilapidato i risultati del boom economico, hanno vissuto di rendita per lasciare ai trentenni oggi un’apatia da pancia piena e un generale vittimismo. 
La soluzione è semplice. Darsi una mossa, recuperare la grinta dei nonni, avere la stessa «fame» dei coetanei asiatici, studiare tanto quelle materie tecniche e scientifiche che sono alla base del mondo tecnologico di domani, e soprattutto smettere di piangersi addosso e avere le idee chiare. È difficile, ma per farlo bisogna guardare l’Italia da fuori… e avere voglia di fare la rivoluzione, se si ama davvero questo nostro Paese.