Le Strade della mozzarella 2015, tornano a Paestum dopo le tappe di Parigi, Ginevra e Londra.


Dal 13 al 14 aprile 2015, l’antica città di Paestum ospiterà una selezione del meglio della ristorazione italiana ed europea. Trentadue grandi chef si alterneranno nelle sale e nei giardini dell’elegante Savoy Beach Hotel: al centro della scena la mozzarella di bufala campana Dop, che il Consorzio di Tutela intende così promuovere con l’ottava edizione di “Le Strade della Mozzarella”.
Sarà “un viaggio essenziale” il tema del congresso di cucina d’autore dedicato alla Mozzarella di Bufala Campana DOP ed ai grandi prodotti italiani. Attenzione che si andrà a concentrare sulla digeribilità, la salute, la concentrazione dei sapori, la valorizzazione delle materie prime ed i pensieri moderni. Trentadue interventi congressuali per altrettanti prestigiosi chef interverranno con una loro lezione, moderati da importanti firme della critica gastronomica internazionale.
Le relazioni degli chef possono essere seguite tutte in maniera gratuita previa richiesta di accredito attraverso il sito internet dell’evento.
Tra gli eventi di enogastronomia più attesi e seguiti dell’anno, Le Strade della Mozzarella si conferma un appuntamento di confronto e dialogo sull’alta cucina che interpreta ed indaga le frontiere di uno dei formaggi più amati al mondo.
Un grande focus dedicato al distretto gastronomico più conosciuto al mondo che vedrà tra i protagonisti anche la pasta di Gragnano, la pizza napoletana, i grandi pomodori campani, tutto un mondo gastronomico che ruoterà attorno alla Mozzarella DOP.

La Mozzarella di Bufala Campana Dop è uno dei prodotti d’eccellenza della gastronomia italiana, il più importante marchio a Denominazione di Origine Protetta (Dop) del centro-sud Italia.
Conosciuta ed esportata in tutto il mondo, le maggiori richieste per la sua commercializzazione provengono da Francia, Germania, Stati Uniti, Gran Bretagna, Svizzera e Giappone.
Data la sua importanza come prodotto tipico, la Mozzarella di Bufala Campana ha regole di produzione che obbediscono a un severo disciplinare messo a punto dal Consorzio di Tutela, costituito nel 1981, unico organismo riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali per la tutela, vigilanza, valorizzazione e promozione della DOP Mozzarella di Bufala Campana.
Per tale motivo il prodotto è soggetto a moltissimi controlli, dall’allevamento della bufala fino alla vendita al consumatore. Infatti, solo i caseifici che superano l’impegnativo iter di certificazione possono ottenere il marchio della DOP.
Successivamente tali aziende vengono monitorate costantemente attraverso specifiche analisi per garantire il rispetto del disciplinare e gli alti standard qualitativi del prodotto messo in commercio.
La mozzarella di Bufala è da sempre stato un prodotto del centro e del sud Italia. Più precisamente, la zona di produzione si estende dal Lazio meridionale alla parte settentrionale della Campania, e in alcune zone della Puglia e del Molise: Il 58% viene prodotto tra le province di Caserta e Napoli, il 34% a Salerno, il 7% nel basso Lazio e l’1% tra Foggia e Venafro (in provincia d’Isernia).
Il termine mozzarella origina dal verbo “mozzare” che consiste nel taglio manuale della pasta filata operato con indice e pollice.
I primi documenti storici sul termine mozzarella risalgono al XII secolo e testimoniano come i monaci del monastero di San Lorenzo in Capua, erano soliti offrire, un formaggio denominato mozza o provatura (quando affumicato), accompagnato da un pezzo di pane, ai pellegrini.
Già nel XII secolo, era consolidata e apprezzata la presenza delle bufale nelle pianure costiere della piana del Volturno e del Sele.
Nel XIV secolo esistono diverse testimonianze che provano la commercializzazione di derivati del latte di bufala destinati al ricco mercato napoletano e salernitano.
Solo nel 1570 tuttavia appare per la prima volta il termine “mozzarella” in un testo famoso di Bartolomeo Scappi, cuoco della corte papale.
Verso la fine del XVIII secolo le mozzarelle diventano un prodotto di largo consumo, anche grazie alla realizzazione, da parte dei Borboni, di un grosso allevamento di bufale con annesso un caseificio sperimentale per la trasformazione dello stesso latte, nel sito della Reggia di Carditello, la tenuta reale della dinastia spagnola in provincia di Caserta.
Con l’unificazione dell’Italia venne creata ad Aversa, la “Taverna”: un vero e proprio mercato all’ingrosso delle mozzarelle e dei derivati caseari.
La mozzarella veniva ritirata nei luoghi di produzione, già pesata e avvolta in foglie di giunco o di mirto e trasportata fino all’ubicazione del negoziante.
La storia della mozzarella di bufala racconta come soprattutto la Campania sia sempre stata il fulcro della produzione di questo importantissimo prodotto Dop.
Ancora oggi in molti paesi della Campania, ma anche del Lazio (bassa Ciociaria soprattutto) e della Puglia esistono zone di produzione con caseifici aperti al pubblico. Oltre che a poter acquistare le mozzarelle di bufala, in questi luoghi si può sovente assistere all’interessante processo produttivo che porta alla creazione di questo eccellente prodotto.

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