La Legge Quadro per la realizzazione
del sistema integrato di interventi e servizi sociali e Piani Sociali di Zona: una riforma da completare
La riforma del welfare, dopo 14
anni dalle legge 328/00, non ha visto ancora la sua piena realizzazione.
La
legge di riforma ha profondamente innovato il concetto di cura e presa in
carico delle persone che vivono in condizione di svantaggio, dando avvio ad un
sistema capace di adottare metodi e strumenti innovativi indispensabili alla
programmazione progettazione e realizzazione dei servizi alla persona. Il
metodo della concertazione per programmare e progettare i servizi e la
partnership pubblico-privato per l’erogazione delle prestazioni, come previsto
dalla normativa, diventa assolutamente indispensabile e da consolidare sui
territori.
I
piani sociali di zona, da 14 anni ad oggi, hanno funzionato grazie al personale
esterno assunto con contratti precari: co.co.co, co.co.pro, partita iva,
prestazioni occasionali, ecc... – tali figure professionali rappresentano i
veri protagonisti del processo di
riforma del welfare locale – tuttavia, a causa della precaria forma associativa, legata ancora alla Convenzione , per la
gestione dei piani di zona ed il blocco delle assunzioni nella pubblica
amministrazione, si rischia di perdere un patrimonio di conoscenze e competenze
necessarie alla realizzazione di un sistema moderno di servizi alla persona. E’
acclarato che le dotazioni organiche dei Comuni (anche nella nostra provincia)
non dispongono di figure professionali sociali capaci di gestire i piani
sociali di zona, per cui chi provvederà a garantire le funzioni di
programmazione, progettazione, monitoraggio valutazione e gestione
tecnico-amministrativa dei servizi? chi realizzerà il percorso di
accompagnamento e presa in carico alla rete dei servizi alle persone in
condizioni di svantaggio?
il
Governo deve realizzare le seguenti
azioni:
- individuazione dei livelli
essenziali di prestazioni (liveas)
- garanzia di un fondo strutturale
per le politiche sociali e per la non autosufficienza
- programmazione triennale del Fondo
per la non autosufficienza e del Fondo Nazionale per le Politiche Sociali
la
Regione deve realizzare le seguenti
azioni:
- modifica
legge regionale 11/2007 obbligando gli Ambiti Territoriali
ad adottare quale forma associativa e modalità di gestione degli interventi programmati
nel Piano Sociale di Zona i Consorzi socio assistenziali abilitati con la legge n.114 dell’11 agosto 2014 (Coordinamento)
- aumentare il fondo regionale
equiparandolo a min. € 7 per abitante così come stabilito per i comuni
- assegnare direttamente agli
Ambiti Territoriali i fondi europei relativi all’area inclusione sociale e
povertà dando la possibilità ai comuni di poterli programmare nell’ambito del
Piano Sociale di Zona. Ciò consentirà di garantire la continuità dei servizi e
la spesa dei fondi nei tempi previsti dall’Europa.
i
Comuni devono realizzare le seguenti
azioni:
- adozione della forma associativa
del Consorzio socio assistenziale
- stabilizzazione degli operatori
operanti da 14 anni nei Piani Sociali di Zona
- garantire programmazione,
progettazione e realizzazione dei servizi sul territorio in modo trasparente e
rispondenti al reale fabbisogno.
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