Venerdì 6 febbraio sarà presentata a Pontecagnano la proposta di modifica alla legge regionale 11/2007 per la satbilizzazione del sistema Piani Sociali di Zona. Piano Sociale di Zona i Consorzi socio assistenziali abilitati con la legge n.114 dell’11 agosto 2014






La riforma del welfare, dopo 14 anni dalle legge 328/00, non ha visto ancora la sua piena realizzazione.
La legge di riforma ha profondamente innovato il concetto di cura e presa in carico delle persone che vivono in condizione di svantaggio, dando avvio ad un sistema capace di adottare metodi e strumenti innovativi indispensabili alla programmazione progettazione e realizzazione dei servizi alla persona. Il metodo della concertazione per programmare e progettare i servizi e la partnership pubblico-privato per l’erogazione delle prestazioni, come previsto dalla normativa, diventa assolutamente indispensabile e da consolidare sui territori.
I piani sociali di zona, da 14 anni ad oggi, hanno funzionato grazie al personale esterno assunto con contratti precari: co.co.co, co.co.pro, partita iva, prestazioni occasionali, ecc... – tali figure professionali rappresentano i veri protagonisti del processo di riforma del welfare locale – tuttavia, a causa della precaria forma associativa, legata ancora alla Convenzione , per la gestione dei piani di zona ed il blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione, si rischia di perdere un patrimonio di conoscenze e competenze necessarie alla realizzazione di un sistema moderno di servizi alla persona. E’ acclarato che le dotazioni organiche dei Comuni (anche nella nostra provincia) non dispongono di figure professionali sociali capaci di gestire i piani sociali di zona, per cui chi provvederà a garantire le funzioni di programmazione, progettazione, monitoraggio valutazione e gestione tecnico-amministrativa dei servizi? chi realizzerà il percorso di accompagnamento e presa in carico alla rete dei servizi alle persone in condizioni di svantaggio?

il Governo deve realizzare le seguenti azioni:
- individuazione dei livelli essenziali di prestazioni (liveas)
- garanzia di un fondo strutturale per le politiche sociali e per la non autosufficienza
- programmazione triennale del Fondo per la non autosufficienza e del Fondo Nazionale per le Politiche Sociali
la Regione deve realizzare le seguenti azioni:
- modifica legge regionale 11/2007 obbligando gli Ambiti Territoriali ad adottare quale forma associativa e modalità di gestione degli interventi programmati nel Piano Sociale di Zona i Consorzi socio assistenziali abilitati con  la legge n.114 dell’11 agosto 2014 (Coordinamento)
- aumentare il fondo regionale equiparandolo a min. € 7 per abitante così come stabilito per i comuni
- assegnare direttamente agli Ambiti Territoriali i fondi europei relativi all’area inclusione sociale e povertà dando la possibilità ai comuni di poterli programmare nell’ambito del Piano Sociale di Zona. Ciò consentirà di garantire la continuità dei servizi e la spesa dei  fondi  nei tempi previsti dall’Europa.
i Comuni devono realizzare le seguenti azioni:
- adozione della forma associativa del Consorzio socio assistenziale
- stabilizzazione degli operatori operanti da 14 anni nei Piani Sociali di Zona
- garantire programmazione, progettazione e realizzazione dei servizi sul territorio in modo trasparente e rispondenti al reale fabbisogno.
 

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