Apertura dei festeggiamenti del Santo Patrono con concerto in chiesa. Ascesa all'eremo grotta in processione senza reliquia del santo.


Concerto dell’Ensemble Salerno Classica prima della scalata al monte San Magno a venerazione del Santo Patrono. Aspettando di ascendere il 19 agosto all’eremo grotta incastonato nel costone roccioso, lunedì 18 il coro artistico musicale diretto dal maestro Luciano D’Elia terrà un concerto di canti religiosi in onore del patrono di San Mango Piemonte. La devozione a San Magno, vescovo e martire, ha origini antichissime, difatti l’attuale dizione del comune deriva dall’antica denominazione di Terra Sancti Magni et Pedemontis.
 Il culto raggiunge il suo apice nell’atavica ascesa in processione all’eremo grotta incastonato nella rocciosa
vetta dell’omonimo monte. E’ un evento che racchiude storia, tradizione e fede della comunità cristiana locale. Alle prime luci dell’alba i fedeli, capeggiati dal parroco e dalle autorità locali, ascendono in processione al tempio consacrato al santo martire inerpicandosi lungo l’irto sentiero che dal centro storico del piccolo paese picentino sale alla cima del monte San Magno. Nel piccolo e fresco santuario incavato nella roccia della superba rupe della montagna tanto a cara ai sanmanghesi, uno stuolo di fedeli partecipa, in devota preghiera, alla S. Messa davanti all’antica immagine di San Magno dipinta da uno sconosciuto nel 1541 sulla roccia soprastante l’altare. Inni e canti religiosi di antica memoria, ritmati dai festosi rintocchi della veneranda campanella dell’eremo echeggianti nella rigogliosa forra sottostante, accompagnano l’ascesa e la discesa del popolo salmodiante che ritorna annualmente a venerare il suo santo Benefattore nel tempio dove, come tradizione vuole, San Magno, Vescovo di Anagni, si sia fermato in pellegrinaggio tra il 220 ed il 230 d.C., durante il suo lungo viaggio da Trani a Roma.

Purtroppo quest’anno, dopo 163 anni, in processione non sarà portata la santa reliquia del patrono rubata nello scorso mese di marzo. Il reliquario trafugato è una teca d’argento intarsiata donata nel 1851 da Michele Spirito, padre dell’on. Franceso Spirito, in cui è racchiusa una particola del corpo di San Magno donata, tra il 1062 e 1105, ai fedeli di San Mango da San Pietro da Salerno (nato a Salerno nel 1030 e morto ad Anagni nel 1105) che in quel periodo fu vescovo di Anagni dove dal 871 sono conservati i resti del santo martirizzato nel 251 d.C. durante le persecuzioni di Decio.

Col passare del tempo si affievoliscono le speranze dei fedeli che la teca rubata ritorni alla venerazione dei sanmanghesi. Si fa largo il proposito tra i devoti, a cominciare dal parroco don Gerardo Lepre allo storico Antonio Roma, di supplire l’antica teca rapinata con un nuovo reliquiario in cui dovrà essere esposta una nuova particola del corpo di San Magno che la curia di Anagni potrebbe donare.



NICOLA VITOLO

Nessun commento: