Se è vero
che l'art. 7 comma 8 del codice della strada prevede l'obbligo, in capo al conducente, di esporre il ticket di sosta nelle
apposite aree destinate a parcheggio, è altrettanto vero che lo stesso Codice
prevede l'obbligo, a carico dell'ente locale, di predisporre aree di parcheggio gratuite laddove
ci sono zone di sosta a pagamento.
Sono
illegittime quindi le contravvenzioni elevate a carico di chi non ha esposto il
ticket in un aria di parcheggio a pagamento se mancano aree di parcheggio
"free".
Nel caso
esaminato dalla Cassazione, la ricorrente aveva contestato una multa per
mancata esposizione del tagliando. Il giudice di merito non aveva voluto
sentire ragione e la donna si era rivolta quindi alla suprema Corte che accogliendo
il ricorso ha anche evidenziato come la sentenza impugnata fosse affetta da
violazione di legge (nello specifico, violazione delle regole inerenti l'onere della prova).
La
Cassazione ricorda come, nelle cause di opposizione a sanzione amministrativa
(nel caso in cui, quindi, convenuta innanzi al giudice civile sia una pubblica
amministrazione) l'amministrazione, anche se formalmente convenuta, di fatto
assume il ruolo di “attore sostanziale”;
“spetta, quindi, ad essa, ai sensi dell'art. 2697 cod. civ., di fornire la
prova dell'esistenza degli elementi di fatto integranti la violazione
contestata, mentre compete all'opponente, che assume formalmente la veste di
convenuto, la prova dei fatti impeditivi o estintivi”.
Nel caso di
specie la ricorrente, sia in primo grado che in appello, aveva contestato sia
la mancanza nella zona di spazi
gratuiti adibiti a parcheggio, sia l'assenza di specifica delibera comunale che qualificasse l'area tra quelle esenti da tale obbligo (ad esempio
area urbana di particolare valore storico o di particolare pregio ambientale).
Allegando
ciò l'attrice avrebbe esaurito i propri oneri processuali, avendo dovuto
l'amministrazione resistente produrre in giudizio atti o fatti che provassero
il contrario (ad esempio, delibera comunale di qualificazione di detta area
come sottoposta a eccezione normativa).
Corte di Cassazione civile, sezione sesta,
ordinanza n. 18575 del 25 Agosto 2014.
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