"Crescono a dismisura i poveri possidenti, +5,3% nel 2014, che
vivono spendendo migliaia di euro per beni di lusso e non dichiarano al
fisco quello che guadagnano effettivamente. Il 73% degli yachts oltre i
20 metri posseduti dagli italiani sono intestati a società di comodo o a
nullatenenti, prestanome di facoltosi imprenditori, per evadere le
tasse in Italia". Questo è quanto emerge da nuova inchiesta condotta dal
Centro Studi e Ricerche Sociologiche " Antonella Di Benedetto" di KRLS
Network of Business Ethics per conto di "Contribuenti.it Magazine",
presentata nei giorni scorsi a Ischia (Na) nel corso di Fisco Tour 2015.
I
proprietari dei più begli yacht che circolano in Italia sono di fatto
poveracci, che presentano dichiarazioni dei redditi irrisorie,
presumibilmente prestanome di facoltosi imprenditori e professionisti
che in questo m
odo eludono il fisco o, peggio ancora, riciclano denaro sporco.
Dai
primi dati forniti da Lo Sportello del Contribuente, anche nell'ultima
dichiarazione dei redditi, oltre la metà degli italiani ha dichiarato
meno di 15.000 euro annui e circa due terzi meno di 20.000 euro; di
contro, solo lo 0,17% più di 200mila euro e solo 15 mila persone ha
dichiarato un reddito di oltre 300 euro all'anno.
I "ricchi
nullatenenti e i poveri possidenti" anche quest'anno hanno destineranno
buona parte della loro spesa nella locazione di ville esclusive o per i
cosiddetti "passion investiments" come auto di grossa cilindrata,
yachts, gioielli e oggetti d'arte, nonostante la strategia della
tensione messa in atto dall'amministrazione finanziaria.
"E' ora di
finirla con modeste misure di contrasto all'evasione - afferma Vittorio
Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti
Italiani - Devono tornare in campo gli 007 del Fisco per scoprire chi
sono i veri evasori fiscali che
puntualmente, ogni anno, sbeffeggiano il fisco italiano".
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